FRITZ PERLS

Questi sono i limiti maggiori e le critiche mosse in particolare alla corrente Californiana della Gestalt.

Anche Perls è stato – ovviamente – fortemente criticato. Come uomo e come terapeuta.

Molte critiche, frutto di invidia, rancore o astio professionale non saranno nemmeno prese in considerazione preferendo concludere questo capitolo dando la parola a Serge Ginger che, in modo sincero e onesto, su di lui ha scritto:

“La Gestalt deve la sua nascita alle intuizioni geniali e alle crisi caratteriali di colui che ha tutto il diritto di esserne considerato il suo fondatore: Fritz Perls.[….]

I Gestaltisti

Come la maggior parte dei Gestaltisti, io sono al tempo stesso fiero e imbarazzato del nostro “capofila” e mi sento contemporaneamente combattuto tra il desiderio di farlo conoscere e apprezzare e quello di tenerlo nascosto!

A seconda del colore dei riflettori con cui lo si illumina e secondo i diversi periodi della sua vita, lo si può ritrarre come un genio ispirato o come la perfetta incarnazione del male!

Egli era, infatti, capace di mostrarsi egoista, narcisista, orgoglioso e “taccagno”; impulsivo, collerico e paranoico; “perverso polimorfo” (è lui stesso a definirsi così), seduttore impenitente, istrionico, esibizionista e guardone.

Faceva uso di LSD e di altre droghe psichedeliche.

Fumava tre pacchetti di Camel al giorno; fu un uomo violento, un misero marito e un padre indegno;

sul piano professionale poi, era lui stesso a riconoscersi come un mediocre psicanalista e uno scrittore oscuro.

Sua moglie affermava che era “un misto di profeta e pover’uomo” […]

Il problema esistenziale

Si conoscono di lui sia le sue dimostrazioni pubbliche dopo il ’68 che le sue sedute di terapia.

Sono tutti d’accordo nel riconoscere che la sua vera arte risiedeva nel capire al primo colpo il principale problema esistenziale di ciascuno dei suoi clienti (è comunque altrettanto vero che la maggior parte di essi aveva già un lungo passato di terapia personale).

Era comunque e soprattutto un artista, e in realtà, come tutti sanno, i più grandi artisti del mondo non sono mai dei puritani e raramente sono rispettabili […]

Perls ebbe una vita molto movimentata, sia per quanto riguarda i sentimenti (e i risentimenti) interiori, sia per ciò che riguarda il suo comportamento esteriore e le sue relazioni sociali […]

Persino al suo “elogio” funebre, Paul Goodman non perse l’occasione per criticarlo pesantemente, ritenendo che egli avesse “tradito la Gestalt”, il che rinfocolò nuovamente la contesa tra i suoi vecchi amici della Costa Orientale e quelli della scuola Californiana che disapprovarono questo “sordido regolamento di conti” al punto da organizzare poco più tardi una seconda cerimonia funebre “di riparazione”.

Così visse Fritz Perls, che dobbiamo – volenti o nolenti – considerare come il principale creatore e diffusore della terapia della Gestalt, pur non essendo stato, a rigore, il teorico.

Ha un bell’essere criticato, perfino contestato da certi Gestaltisti contemporanei; sta di fatto che egli ha lasciato una forte impronta personale su questo nuovo approccio, che è stato considerato, negli Stati Uniti, come “una delle più importanti innovazioni in campo psichiatrico” e che ha conquistato, in seguito, posizioni importanti fra i metodi di terapia e sviluppo personale di Oltre Atlantico e non solo”.

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Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle
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