La comunicazione
La comunicazione ci permette di entrare in relazione con l’altro.
Creare relazioni significative è uno dei bisogni fondamentali dell’essere umano.
Bowlby insegna come le relazioni interpersonali siano essenziali per lo sviluppo dell’individuo e come il legame di attaccamento sia un bisogno innato.
Per questo motivo quando la comunicazione inizia a diventare difficile ne risente la relazione e di conseguenza il proprio benessere psicologico.
Allora nasce la necessità di trovare nuove strategie che possano permetterci di affermarci e sentirci bene con l’altro.
Saper parlare significa saper comunicare?
Ogni essere umano sviluppa nei primi anni di vita la capacità di parlare.
Il linguaggio ci distingue da ogni altro essere vivente e ci permette di svolgere diverse funzioni: esprimere i propri bisogni, esperienze, idee; dialogare, apprendere, ottenere informazioni.
Con il tempo il linguaggio si arricchisce e diviene uno strumento efficace per costruire vitali reti di relazione e rispondere alle diverse situazioni della vita.
“Dinamiche e ostacoli della comunicazione interpersonale”
Tuttavia, V. C. Lusso, in “Dinamiche e ostacoli della comunicazione interpersonale” (Erickson, 2013) afferma che in molte situazioni della vita sociale comunichiamo male e non usiamo la potenzialità che il linguaggio ci offre per gestire al meglio le relazioni e i conflitti interpersonali.
Un primo motivo è da ricercarsi nel fatto che la qualità della comunicazione è strettamente legata alla qualità della relazione interpersonale.
Questo è il caso di tutte quelle situazioni in cui vi è un mancato ascolto reciproco, malintesi, aggressività, etc.
Se al di là delle parole vi è un conflitto relazionale, allora anche la comunicazione risulterà conflittuale. Infatti, come afferma il secondo assioma della comunicazione, in ogni comunicazione vi è un piano del contenuto e un piano della relazione.
Il problema
Il problema è che a volte ci concentriamo su quello che stiamo dicendo e ci dimentichiamo di come ci sentiamo in quella relazione e di come stiamo comunicando.
Inoltre altre componenti possono interferire sulla capacità di comunicare, come ad esempio la difficoltà di gestire emozioni quali paura o rabbia; mancanza di motivazione a rendere la comunicazione efficace; apprendimento di uno stile comunicativo disfunzionale; la mancanza di consapevolezza del proprio stile comunicativo.
Prendiamo ad esempio il caso di una persona che deve parlare in pubblico e che parla troppo velocemente.
Sebbene possa essere preparato sull’argomento e sappia parlare perfettamente, il messaggio potrebbe non arrivare alla sua platea che potrebbe distrarsi o non comprendere quello che sta dicendo.
Dietro a questo comportamento potrebbe esserci una forte emozione di ansia, oppure una scarsa motivazione a voler essere presente in quel momento, o infine potrebbe aver appreso a parlare molto velocemente magari imitando un modello educativo.
Mancanza di consapevolezza
In ogni caso la mancanza di consapevolezza impedisce di intervenire in maniera efficace.
Prendiamo in considerazione ora un secondo punto: spesso ci si dimentica che le competenze comunicative interpersonali possono essere apprese, mentre vi è una sorte di convinzione per cui una volta appreso parlare il resto sia solo questione di carattere.
Tuttavia, sono molteplici gli esempi di bambini che imitano il modo di parlare dei genitori. Il modellamento è, infatti, uno dei processi fondamentali dell’apprendimento.
Questo ci porta a riflettere di quanto sia importante porre attenzione anche a questo aspetto lungo lo sviluppo, rispecchiando i bambini rispetto a ciò che sentono, pensano e fanno e fornendo loro un buon modello da imitare.
Tuttavia ciò vale per ogni età: infatti, Lusso, riporta che le competenze comunicative interpersonali possono svilupparsi lungo tutto l’arco di vita e che lo sviluppo più significativo possa avvenire in età matura.
L’egocentrismo
In effetti, quando l’individuo ha superato l’egocentrismo tipico dell’infanzia, ha accumulato un numero sufficiente di esperienze e ha costruito una visione più ampia di sé e dell’altro, può aprirsi a forme più complesse di comunicazione. Insomma, l’autrice afferma che, se nei primi due tre anni si può dire che si impara a parlare, il resto della vita serve per imparare ad ascoltare e a comunicare.
La comunicazione è, infatti, un comportamento e come tale è osservabile e modificabile. Tuttavia, la comunicazione non è un comportamento semplice: comporta, infatti, un certo grado di consapevolezza e intenzionalità ed un processo che coinvolge più soggetti sociali.
Ecco perché non si può indirizzare gli interventi ad analizzare solo un atto comunicativo singolo isolato dal suo conteso relazionale, sociale e culturale. Ecco perché non esistono formule prestabilite che ci svelino il segreto della comunicazione.
Apprendere competenze comunicative efficaci comporta in primo luogo una riflessione su se stessi e sulle dinamiche interpersonali. Inoltre, comporta impegno e intenzionalità, poiché le relazioni stesse sono complesse.
L’aspettativa è quella di poter cambiare l’altro. Comunicare in maniera efficace è una via deve partire in primis da una conoscenza di se stessi e una disponibilità di conoscenza e comprensione dell’altro, assieme alla conoscenza delle molteplici implicazioni della comunicazione interpersonale.
L’assertività
è, in conclusione, quella competenza che permette di riconoscere le proprie emozioni e i propri bisogni e di comunicarli agli altri, insieme alle nostre idee e richieste, nel reciproco rispetto, riconoscendo anche i diritti e i bisogni dell’altro.
Ciò richiede un’assunzione di responsabilità; richiede di esporsi e mettersi in gioco; richiede infine fiducia in se stessi e nell’altro.
Questo può essere complesso, ma ci permette di sentirci coerenti con noi stessi e di instaurare relazioni autentiche.
Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO– Cell. 3477966388
Post di: Dott.ssa Valentina Tulisso
Tratto da : http://www.valentinatulisso.com/