La psicoterapia della Gestalt si inserisce tra le terapie umanistiche ed estrapola i principi delle leggi di percezione, applicandoli ad una dimensione esistenziale ed evolutiva dell’individuo e quindi alla sua possibilità di utilizzazione in psicoterapia. La teoria della Gestalt afferma che la percezione non consiste nella risposta di una percezione specifica ma si organizza in configurazioni (gestalten) costituite da una figura – l’oggetto percepito – e da un fondo che è il campo di percezione nel quale l’oggetto è situato.
Dunque la parola Gestalt, come abbiamo visto, sottende l’idea che l’uomo non percepisce le cose come elementi distinti e sconnessi, ma le organizza mediante il processo concettuale in insiemi significativi. Si comprende quindi che questi concetti possono essere facilmente estesi agli aspetti cognitivi e alla psicologia umana. Inoltre era già stato sperimentalmente dimostrato che una situazione non conclusa polarizza una carica di energia destinata a completarla rendendo la stessa energia non più disponibile per altri tipi di esperienza. Il mancato completamento della situazione precedente, comporta un ripresentarsi ripetitivo della situazione stessa anche in luoghi e tempi successivi, interferendo quindi con la possibilità dell’individuo di entrare efficacemente in contatto con i contesti cognitivi, emotivi e sociali in cui di volta in volta verrà a trovarsi.
Nella psicoterapia della Gestalt questo concetto si dilata per definire una relazione dinamica tra un soggetto e un oggetto o un’altra persona, una cosa, un sentimento. La relazione è determinata da un bisogno del soggetto e mira alla soddisfazione di questo bisogno. Una volta soddisfatto il bisogno, la relazione cessa e si dice che la Gestalt è terminata. Questa teoria presuppone che anche nel campo dei sentimenti e delle emozioni personali si può riscontrare questa stessa modalità.
Il mancato completamento della situazione precedente, comporta un ripresentarsi ripetitivo della situazione stessa anche in luoghi e tempi successivi, interferendo quindi con la possibilità dell’individuo di entrare efficacemente in contatto con i contesti cognitivi, emotivi e sociali in cui di volta in volta verrà a trovarsi.
Nella psicoterapia della Gestalt questo concetto si dilata per definire una relazione dinamica tra un soggetto e un oggetto o un’altra persona, una cosa, un sentimento. La relazione è determinata da un bisogno del soggetto e mira alla soddisfazione di questo bisogno. Una volta soddisfatto il bisogno, la relazione cessa e si dice che la Gestalt è terminata. Questa teoria presuppone che anche nel campo dei sentimenti e delle emozioni personali si può riscontrare questa stessa modalità.
Lo scopo della terapia della Gestalt è quello di recuperare le parti perdute della personalità. Le nostre esperienze e le nostre funzioni rifiutate possono essere recuperate. Questo procedimento di riprendere, reintegrare e sperimentare di nuovo è il campo della psicoterapia. Il terapeuta viene coinvolto, insieme al paziente, nel processo di riappropriazione di tali sensazioni e comportamenti abbandonati fino a che il paziente comincia, continuando poi per proprio conto, ad affermare sè stesso e ad agire nei termini della persona che vuole essere realmente.
Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388