LA RELAZIONE FIGURA/SFONDO E IL CICLO DELL’ESPERIENZA

Primo piano e sfondo devono essere facilmente intercambiabili, secondo le esigenze del mio essere.
Se così non è, abbiamo accumulazione di situazioni non finite, di idee fisse, di rigida struttura caratteriale.
Ai confini avremo turbe del sistema dell’attenzione: confusione, perdita di contatto e incapacità di concentrarsi e di coinvolgersi”.

Perls fa sua, senza riserve, la dinamica figura/sfondo ed anzi, ancora una volta, ne estende il significato dal campo dei fenomeni percettivo-visivi a quello, più generale, che riguarda la modalità di rapportarsi dell’individuo nei confronti dell’ambiente esterno come pure dell’ambiente interno.

L’attitudine di cogliere la realtà emergente, l’elemento che è più carico di significato e di energia in un preciso momento, consente all’individuo sano di concentrare, su questo elemento, le sue facoltà di attenzione, di mobilizzare le strategie utili a realizzare, con lo stesso elemento, uno scambio vantaggioso di dare-avere ed in definitiva di assorbire gli elementi di cui ha bisogno per poi muoversi verso altre realtà che successivamente si saranno caricate di maggiori valenze energetiche.

Tale operazione presuppone ovviamente, la contemporanea capacità di lasciare sullo sfondo gli elementi meno significativi ed ottenere, quindi, quella concentrazione energetica che consente di finalizzare utilmente, le operazioni di pensiero ed i comportamenti destinati al raggiungimento di obiettivi specifici.

La formazione della figura e la sua risoluzione

La formazione della figura e la sua risoluzione costituisce quindi, come abbiamo visto, l’unità fenomenologica di base per la teoria della Gestalt. Si assume che ciò che, in ogni momento, nella consapevolezza personale, ha carattere figurale, sia basato su un bisogno o su un interesse di origine biologica.

Questo interesse o bisogno induce il campo fenomenologico a polarizzarsi in “figura” e “sfondo”. Ovviamente, questo non accade sempre in modo immediato, ma si ipotizza la successione di alcune fasi; sensazione – consapevolezza – mobilizzazione – azione – contatto – distacco – che si succedono con il seguente schema che noi applicheremo, per fare un esempio, al bisogno alimentare:

  • FASE 1

SENSAZIONE

Una sensazione, diffusa e non ancora identificata,si attiva nel nostro organismo, nel nostro esempio, a prevalente localizzazione epigastrica e ci mette in preallarme rispetto alla necessità di assumere cibo.

  • FASE 2

CONSAPEVOLEZZA

Tale sensazione acquista, progressivamente, i connotati della fame, nella misura in cui noi possiamo metterla adeguatamente a fuoco.

Questo non avviene, notoriamente, se interferiscono meccanismi interferenti (come può avvenire ad esempio nell’anoressia) o per mancanza di contatto e attenzione per le proprie esigenze corporee.

  • FASE 3

MOBILIZZAZIONE

Alla presa di coscienza segue, sempre che non ci siano meccanismi ostacolanti, la fase della mobilizzazione delle energie e della articolazione di una strategia coerente con l’obiettivo identificato.

Anche questa fase può essere soggetta ad elementi disfunzionali, come la presenza di inibizioni di vario tipo o la carenza di capacità progettuale.

  • FASE 4

AZIONE

In questo stadio (che spesso viene associato al precedente) segue un comportamento teso al conseguimento di quanto richiesto per soddisfare il bisogno (Gestalt) emergente.

Una carenza della spinta ad-gressiva (intesa nel senso di andare verso) può interferire negativamente, specie quando il conseguimento dell’obiettivo implica una maggiore mobilizzazione di energie da parte del soggetto.

  • FASE 5

CONTATTO

Il conseguimento dell’obiettivo consente l’assimilazione e, quindi, il soddisfacimento del bisogno.

In certi casi possiamo assistere ad una mancanza di soddisfacimento pur in presenza dell’oggetto richiesto (per problematiche collegate al tema dell’invidia, della voracità, del masochismo etc.).

  • FASE 6

DISTACCO

Al soddisfacimento, segue una fase di disinteresse per l’elemento precedentemente ricercato e la disponibilità, per l’emergenza di un nuovo ciclo (il desiderio di riposo, di socializzare, di muoversi o altro).

In certi casi il distacco non è agevole (fissazioni, problemi, insicurezze etc.).

Questo schema può essere utilizzato come “struttura” per individuare la presenza di punti critici nel comportamento di un individuo.

Normalmente si verifica un flusso relativamente senza intoppi, nel passaggio, da una figura alla sua risoluzione, ad un’altra figura con la sua risoluzione.

A volte, tuttavia, questo ciclo risulta interrotto in una maniera tale che la risoluzione, ostacolata oppure distorta, non risponde in modo adeguato al bisogno che ha dato origine alla figura iniziale.

L’assenza di una soddisfazione appropriata al bisogno è naturalmente un problema per l’individuo.

Questa interruzione risulta tendenzialmente peculiare all’individuo, sia per la fase in cui l’interruzione si verifica all’interno del ciclo continuo, sia per il metodo o processo di interruzione che può dare origine, non a patologie, in quanto la terapia della Gestalt preferisce non incasellare i disturbi in una definizione rigida, ma a quelle che vengono definite:

“caratteristiche disfunzionali del sé”.

Vi è inoltre la possibilità di un “adattamento creativo” che può completare, in modo soddisfacente, il ciclo del bisogno, e cioè, per fare un esempio estremamente banale:

se ho fame e ho voglia di mangiare una mela, ma questa per qualche ragione non è disponibile posso sfamarmi con una pesca, superando, ovviamente, la “frustrazione” di non aver potuto raggiungere il mio obbiettivo prefissato in origine, che era la mela.

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Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle
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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milano