IL CONTRATTO TERAPEUTICO

Vediamo ora come concretamente si struttura il rapporto tra il terapeuta e il cliente.
Nella terapia della Gestalt si parla esplicitamente di contratto terapeutico.

Da parte del cliente esso presuppone almeno la responsabilità della scelta.

Non si può intraprendere un percorso terapeutico perché “inviati” da qualcuno, da un medico, da un familiare, o altro.

Si presuppone poi la disponibilità al cambiamento, cioè la disponibilità ad essere soggetti di trasformazione e non oggetti di cura. A questo punto però siamo già all’interno del processo terapeutico.

Infatti questa chiarezza non è quasi mai presente nel cliente al momento di iniziare la terapia. Si potrebbe affermare, non tanto paradossalmente, che ogni psicoterapia comincia con un equivoco.

Le persone dovrebbero andare in terapia per cambiare, ma in realtà quasi sempre ci vanno per aver sollievo da un disagio.

Come dice Perls:

“vengono per perfezionare la propria nevrosi, per renderla più maneggevole”.

Per di più si aspettano, più o meno coscientemente, che l’eventuale miglioramento sia il risultato del lavoro del terapeuta più che dei propri sforzi personali.

Tendono dunque a definire, e magari a cristallizzare, un rapporto di non reciprocità: io sono colui che deve essere aiutato, tu sei quello che aiuta; tu dunque hai poteri che io non ho; l’agire appartiene a te, a me appartiene l’attendere.

Questa naturalmente è già l’impasse, è il problema del paziente. Quando va in terapia, vuol dire che tutto quello che poteva provare l’ ha già provato, che per lui il problema è ormai insolubile.
Questo vuol dire che se lo è strutturato come insolubile anche nel linguaggio.

Se il terapeuta rimane nel linguaggio del paziente, guarda la realtà solo dal punto di vista del paziente è probabilmente condannato allo scacco: il paziente ne sa più di lui a quel livello, ha già esplorato varie strade scoprendo solo vicoli ciechi.

Compito del terapeuta invece è portare il paziente su altri livelli. Ecco, tra l’altro, perché la Gestalt dà tanta importanza al linguaggio del corpo.

Per persone radicate nel livello razionale, e sono la maggior parte nella nostra società, il cambiare di livello, prendendo atto del proprio corpo, delle proprie emozioni, è già un importantissimo cambio di prospettiva; è cambiare punto di vista, è ristrutturarsi, modificare sé stesso modificando il proprio approccio alla realtà.

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Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle
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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milano