DEFLESSIONE O EVITAMENTO
E’ l’atteggiamento di chi si pone apparentemente in una situazione di contatto e di scambio relazionale,
mentre in realtà usa una serie di strategie per fare in modo che il contatto non avvenga,
che resti cioè un contatto non implicante.
Le strategie
Le strategie tipiche che di solito vengono impiegate per evitare il coinvolgimento sono il rifugiarsi dietro il pensiero di altri, utilizzando ad esempio il “si dice”, “si ritiene” ed evitando i pronomi personali “io”, “me” per trincerarsi nell’anonimato del “noi”; parlare di qualcuno per evitare di parlare a qualcuno, magari presente;
nascondere la propria critica dietro una serie di apparenti domande di spiegazione; guardare nel vuoto invece che guardare l’interlocutore;
negare il linguaggio del corpo (rossore, sudore, respiro accelerato) con una serie di razionalizzazioni e verbalizzazioni.
Nella terapia di gruppo il paziente viene esplicitamente e in modo forte invitato ad assumersi la responsabilità completa del proprio comportamento.
Da quanto abbiamo visto, in queste pagine scaturisce, implicitamente e per contrapposto, che esiste nella terapia della Gestalt, una chiara immagine dell’uomo “sano”.
Perls afferma:
“io definisco maturità il passaggio dal sostegno proveniente dall’ambiente all’auto-sostegno.
Nella terapia della Gestalt la maturità viene raggiunta attraverso lo sviluppo delle potenzialità proprie dell’individuo. La diminuzione del sostegno ambientale aumentando la sua tolleranza alle frustrazioni e rivelando il suo porsi falsamente in ruoli adulti o infantili”.
L’individuo sano
Dunque un individuo viene considerato sano non, se non presenta aspetti nevrotici, ma se è in uno stato di crescita materiale e spirituale, se evolve, diventando sempre più autonomo.
Crescere implica quindi un rapporto sempre continuo ed elastico con l’ambiente, fisico e relazionale, da cui l’uomo attinge ciò che gli è necessario alla sua sussistenza, sia spirituale che materiale.
Crescere significa dunque assimilare distinguendosi, integrare, far proprio. E’ la capacità di far perno su se stessi, di essere auto-centrati e non etero-centrati.
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