Formazione della Gestalt e processo di risoluzione

La formazione della figura e la sua risoluzione costituisce l’unità fenomenologica di base per la teoria della Gestalt (Burley, 1981).

Si assume che ciò che, in ogni momento, nella consapevolezza personale ha carattere figurale sia basato su un bisogno o un interesse di origine biologica. (Vedi Figura 1)

Questo interesse o bisogno induce il campo fenomenologico a polarizzarsi in “figura” e “sfondo”.

Ovviamente, questo non accade sempre in modo immediato; si danno, piuttosto, diversi stadi che hanno inizio con la “formazione” (figure formation) e il “chiarimento” (figure sharpening) della figura.

Una volta che la figura risulta ben delineata, la persona si trova impegnata in un esame di sé e dell’ambiente (self and environmental scan) per individuare i mezzi più appropriati per portare la figura a risoluzione.

La risoluzione della figura

Si compie, perciò, la risoluzione della figura, che è seguita dall’assimilazione dell’esito della risoluzione.

Chi ha familiarità con il ciclo gestaltista del contatto (spesso erroneamente definito ciclo dell’esperienza) potrà riconoscere alcune analogie.

Le differenze sono significative sul piano teorico e pratico, nonché rilevanti, ma non pertinenti a questo articolo.

Normalmente si verifica un flusso relativamente senza intoppi, nel passaggio da una figura alla sua risoluzione ad un’altra figura con la sua risoluzione.

A volte, tuttavia, questo ciclo risulta interrotto in una maniera tale che la risoluzione, ostacolata oppure distorta, non risponde in modo adeguato al bisogno che ha dato origine alla figura iniziale.

L’assenza di una soddisfazione appropriata al bisogno è naturalmente un problema per l’individuo.

Questa interruzione risulta tendenzialmente peculiare all’individuo, sia per il luogo in cui l’interruzione si verifica all’interno del ciclo continuo, sia per il metodo o processo di interruzione.

Di conseguenza, il carattere consisterà, come si è osservato più sopra, nel luogo caratteristico e nel metodo di interruzione del flusso continuo proprio di ogni individuo.

Un carattere adattivo e flessibile permette all’individuo di soddisfare adeguatamente i propri bisogni, in un modo che sia mutualmente adattivo rispetto all’ecosistema all’interno del quale ci si trova.

Il fallimento della soddisfazione dei propri bisogni all’interno di una tale convenzione mutualmente adattiva coincide con ciò che viene spesso definito psicopatologia.

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Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle
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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milano

Fonte:
LA STRUTTURA DEL CARATTERE: UNA TEORIA COGNITIVA DELLA GESTALT