Fobia sociale – La psicoterapia cognitiva
Le psicoterapie cognitive enfatizzano l’importanza delle errate convinzioni e assetti cognitivi maladattativi nella genesi dell’ansia sociale.
Spesso risultano complementari alle teorie comportamentali e sono utilizzate come base razionale per interventi combinati di tipo cognitivo-comportamentale.
Le cause
L’esasperazione delle difficoltà prestazionali, la bassa autostima, l’ipersensibilità al giudizio e alle critiche sarebbero alla base della tendenza a interpretare i contatti sociali come catastrofici.
L’ansia determinerebbe un rinforzo positivo e la goffaggine, spesso realmente presente, determinerebbe un mal funzionamento tale da confermare la convizione di non essere all’altezza e di essere totalmente incompetenti.
Questo starebbe alla base di un circolo vizioso in grado di determinare un incremento dell’autosvalutazione e del timore del fallimento.
Gli studi
Beck et al. hanno dimostrato come i soggetti affetti da fobia sociale tendano a sovrastimare le possibili conseguenze degli eventi, interpretandole spesso irrazionalmente.
Altri studiosi riportano come i fobici sociali siano ipervigilanti, attenti a cogliere eventuali segni di disapprovazione e sopratutto ipersensibili ai sintomi neurovegetativi quali la sudorazione e il rossore, che ritengano possano essere percepiti facilmente dalle altre persone.
Il compito
A volte quando i soggetti sono così impegnati in questi pensieri possono dedicare poca attenzione allo svolgimento del compito che li preoccupa.
Importante nella genesi della fobia sociale, secondo i cognitivisti, sarebbe anche la sensazione di incapacità e la scarsa fiducia nella propria capacità di controllare e di non riuscire a influenzare volontariamente gli avvenimenti in situazioni sociali.
Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388
“Utilizzo una modalità di intervento orientata a sviluppare le potenzialità umane e la riduzione del disagio nel rispetto delle inclinazioni e delle caratteristiche personali”
Fonte:
OLTRE LA TIMIDEZZA – La fobia sociale
A cura di Giulio Perugi
Carocci Editore
Pubblicato per gentile concessione di Carocci Editore
Si sottolinea che non è utile una comprensione solo intellettuale del disturbo, solo quello non serve, e può essere, anzi, fonte di ulteriore frustrazione.
Quello che è utile in questi casi è cercare di uscire dal cerchio chiuso della coazione a ripetere inserendo un elemento umano, cercando una modalità nuova e più sciolta di comunicazione.
Una delle possibilità è quella di sperimentare una nuova forma di relazione con un professionista, un terapeuta, che si pone fuori dalla rete relazionale e sociale in cui la persona è inserita e che garantisca appunto il rispetto e la comprensione della propria esperienza e dei propri valori e orientamenti personali, che garantisca la riservatezza, il rispetto e la comprensione della propria storia.