ERICH FROMM – FUGA DALLA LIBERTA’

ERICH FROMM – FUGA DALLA LIBERTA’

“Una delle opere più importanti di Fromm è sicuramente “Fuga della libertà”.

E’ un’opera dove vengono riassunti alcuni dei temi magistrali che Fromm analizzerà nel corso della sua vita, ma che diventa anche una sorta di feritoia per poter osservare in dettaglio come la psicologia sociale analitica di Fromm evolve e muove i sui passi.

Il punto iniziale del pensiero di Fromm è legato allo sviluppo dell’ Io, la centralità dell’ Io nasce dalla considerazione che ogni essere umano, per poter crescere e accedere alla vita adulta nel suo ciclo di vita, deve affrancarsi dai legami primari.

Legami che, sicuramente danno sicurezza, danno un senso di appartenenza, ma allo stesso tempo limitano, la libertà dell’essere umano e, a detta di Fromm, oggi nella società contemporanea le difficoltà che ha l’essere umano di disfarsi, di affrancarsi, da questi legami primari, per poi allacciare e sviluppare, in modo autonomo, nuovi legami è un compito particolarmente gravoso e spesso questo processo dialettico può essere pieno di ostacoli.

Gli ostacoli esterni

Secondo Fromm questi ostacoli esterni sono proprio legati a come l’assetto di una società si configura.

Una volta che Fromm pone al centro l’individuo poi opera una disamina molto approfondita di come l’essere umano nel corso della storia ha interagito con la libertà.

Egli giunge alla conclusione che sicuramente l’essere umano nel corso degli ultimi secoli si è affrancato da alcuni vincoli primari ed è quindi un essere umano che oggi sta arrivando ad un piano di maturità e di maggiore libertà.

Il problema che si pone è, se anche la società, e quindi le condizioni socio-economiche in qualche modo sono in grado di accogliere questa libertà e sono in grado di far crescere e sviluppare questa libertà o se presentano delle caratteristiche, degli elementi, ostacolanti che la inibiscono.

La società

Secondo Fromm oggi la società una città che punta a far sì che l’essere umano sia sostanzialmente un consumatore, è una società che tende a rendere degli “atomi” gli esseri umani e che pretende che il singolo viva in una sorta di città anonime.

E’ quindi una società che lavora sempre più per avere un assetto socio economico dove l’essere umano è tagliato dei legami con gli altri, quindi potremmo dire una sorta, per usare una metafora tipica della sociologia del novecento di “folla di solitari”.

L’essere umano

Dunque un essere umano che ha guadagnato nel corso dei secoli tanta libertà si trova però oggi a dover vivere in un assetto di società dove questi legami sono fortemente recisi e dove anzi diventa fondamentale il primato dell’individualità.

L’individualità di colui che sa badare a sè stesso.

Abbiamo a che fare, ad esempio, con una società fortemente orientata al narcisismo, dove il narcisismo e una sorta di clava, che gli esseri umani brandiscono gli uni contro gli altri, per farsi strada in una moltitudine di anonimi

Viviamo nel culto dell’indifferenza, dove diventa centrale essere disattenti rispetto alla sensibilità e all’ascolto degli altri”.

Prof. Adriano Zamperini

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Donato Saulle

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Erich From
psicoanalista tedesco, studiò a Heidelberg e a Monaco conseguendo nel 1922 il dottorato in filosofia, quindi esercitò la professione di analista presso gli Istituti psicoanalitici di Berlino e Francoforte, ove collaborò anche all’Istituto per la ricerca sociale.

Nei primi anni Trenta emigrò negli Stati Uniti.

Al centro dei suoi interessi sta la definizione di una nuova «scienza dell’uomo», capace di orientare la formazione di una personalità equilibrata nel caos culturale, nella violenza, nella solitudine che costituiscono le perversioni del totalitarismo della società contemporanea.

Opere principali:

Fuga dalla libertà (1941), Il linguaggio dimenticato (1951), Psicoanalisi della società contemporanea (1955), L’arte di amare (1956), Buddhismo zen e psicoanalisi della società contemporanea (1955), Marx e Freud (1962), Avere o essere? (1976), Grandezza e limiti del pensiero di Freud (1979).

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Donato Saulle

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