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FORMAZIONE CONTINUA

FORMAZIONE CONTINUA

Con l’espressione Formazione Continua  in Psicologia e Psicoterapia si intende ogni attività di accrescimento ed approfondimento delle conoscenze e delle competenze professionali, nonché il loro aggiornamento mediante la partecipazione ad iniziative culturali nel campo della Psicologia e della Psicoterapia.

“Dialogo sulla cultura e il linguaggio”

Dott. Paolo Crepet
Festival della Filosofia, Mantova, Piazza Castello, 09.09.2000

“La psicoanalisi e l’adolescenza”

Prof.ssa Silvia Vegetti Finzi
Ciclo di Convegni promosso da Associazione Culturale Punto Rosso, Milano, 26.02.2001

“Teoria dell’attaccamento e psicopatologia dell’adolescenza”

Dott. E. De Vito, Università degli Studi di Pavia, Pavia, 21.09.2001

“La memoria umana: modelli ed esperimenti”

Prof. M.Shiffrin e Prof. E.Pessa
Ciclo di Convegni tenuti presso Università di Pavia, Pavia, 04.10.2001

“Neurospsicologia e riabilitazione cognitiva”

Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia
Azienda Ospedaliera Riguarda Cà Granda, Milano, 22.10.2001

“L’alleanza terapeutica con il paziente Borderline”

Prof.ssa Lavinia Barone – Dott. E. Caverzasi
Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali
Pavia, 26.10.2001

“Attualità in psicopatologia e in clinica psichiatrica”

Prof. Carlo Maggini
Università degli Studi di Pavia, Pavia, 28.11.2001

“La linea d’ombra dell’adolescenza”

a cura di Silvia Vegetti Finzi
Convegni – Casa della cultura, Milano, novembre/dicembre 2001

“Vincere stress e depressione”

Prof. Silvio Scarone
Fondazione “Le Stelline”, Milano, 20.10.2002

“Prevenzione Psicologica per adolescenti”

Dott. R. Rocca e Dott. G. Stendono, Milano, 28.10.2002

“Segnali di benessere. Segnali di malessere”

Proff.ssa Silvia Vegetti Finzi
Casa della Cultura, Milano, ottobre/novembre

depressione psicologo milanoPsicologo Milano – Donato Saulle – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – Milano – cell. 3477966388depressione psicologo milano

 “Affrontare le impassess – Strutturare gli interventi”

Modelli concettuali e strumenti metodologici in psicologia clinica e psichiatria
Prof.ssa Lavinia Barone e Prof. Edgardo Caverzasi
Università degli Studi di Pavia/Centro AfaR, Pavia, 25.10.2002

“Oltre ogni abuso: droghe e dipendenza in un mondo che cambia”

Dott. R. Gatti
Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera San Paolo, Milano, 09.11.2002

“Il disagio invisibile”

a cura di Silvia Vegetti Finzi
Convegni – Casa della cultura, Milano, ottobre/novembre 2002

“Corpo naturale, corpo culturale”

Dott. Gustavo Pietropolli Charmet
Casa della cultura, Milano, 11.11.2004

“Adolescenti e droghe”

Proff. Alfio Maggiolini
Casa della cultura, Milano, 18.11.2004

“Emozioni e disagio in adolescenza”

Prof. A. Pagnin, S. Vegetti Finzi, L. Barone
Università degli studi di Pavia, Pavia, 18.01.2005

“Analisi dei vissuti psicologici delle vittime di maltrattamento”

Dott. C. Foti
Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia
presso la Questura di Pavia, Pavia, 15.03.2005

“Ascolto necessario: un’esperienza di perizia minorile”

D.ssa Rostagno
Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia
presso la Questura di Pavia, Pavia, 07.04.2005

“Trauma e memoria: distorsioni metacognitive”

Prof. T. Vecchi
Convegni c/o Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia, 12.04.2005

“Trasformazioni. Segnali di disagio. Significati”

Collegio Ghislieri, Pavia, 28.03.2007

“L’utilizzo clinico del Rorscharch Comprehensive System”

Prof. Stephen E.Finn
Alta Scuola Agostino Gemelli, Milano, 07.11.2009

“Behavioural case formulation”

Prof. Peter Sturmey
IESCUM – Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano
Bressanone, 01-03.06.2010blu psicologo milano

FORMAZIONE CONTINUA

Documentazione clinica. Percorsi clinico-assistenziali diagnostici e riabilitativi, profili di assistenza – profili di cura

LA LIBERTA’ DI ESSERE SE STESSI: CONOSCERE IL PROPRIO GIUDICE INTERIORE
Docente Dott. Pier Luigi Germini
Crediti 10

CORSO DI INTRODUZIONE ALL’IPNOSI CLINICA
Docenti Dott.ssa Gladys Bounous
Crediti formativi 10

DCA: DIAGNOSI, CLINICA E TRATTAMENTO DEI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Docenti Dott. Massimo Labate; Dott. Marco Pastorini
Crediti formativi 10

LA COMPRENSIONE DEI COMPORTAMENTI SESSUALI ABUSANTI: DALLA TEORIA AL TRATTAMENTO
Docenti Prof. Carlo Rosso, Dott.ssa Maura Franca Garombo; Dott.ssa Antonella Contarino
Crediti formativi 10

LA PSICONUTRIZIONE NEI DCA
Docenti Dott.ssa Shuela Curatola; Dott.ssa Francesca Latella
Crediti formativi 15

OBESITÀ E CHIRURGIA BARIATRICA: QUESITI CLINICI E SOLUZIONI TERAPEUTICHE
Docenti Dott. Massimo Labate; Dott. Marco Pastorini
Crediti formativi 10

LINEA DI CONFINE: LA MENOPAUSA. CARATTERISTICHE MEDICHE, ENDOCRINOLOGICHE E PSICOLOGICHE DI UNA FASE DI CAMBIAMENTO. L’IMPORTANZA DI UNA CORRETTA NUTRIZIONE, IL RUOLO DELLA SESSUALITÀ E DI UN’ADEGUATA ATTIVITÀ MOTORIA
Docenti Dott. Marco Pastorini; Dott. Massimo Labate
Crediti formativi 10

OSSESSIONE SALUTE. SPORT E DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE: QUANDO UN’ATTIVITA’ SANA DIVENTA PATOLOGICA. ALIMENTAZIONE, ALLENAMENTO, TRATTAMENTO PSICO-NUTRIZIONALE, RIABILITAZIONE
Docenti Dott. Marco Pastorini; Dott. Massimo Labate
Crediti formativi 10

PREVENIRE E TRATTARE LA MALNUTRIZIONE NELL’ANZIANO CHE RIFIUTA IL PASTO
Docenti Dott. Giacomo Seccafien
Crediti formativi 10

LA SICUREZZA DELLE CURE: QUALI LE AZIONI E GLI STRUMENTI PER REALIZZARLA
Docenti Dott.ssa Alessandra D’Alfonso
Crediti formativi 18

INTRODUZIONE AI DISTURBI D’ANSIA E ALLA GESTIONE DELLO STRESS
Docenti Dott.ssa Gladys Bounous
Crediti formativi 10

COMUNICARE CON L’ANZIANO: LA RELAZIONE LINGUISTICA, VERBALE E NON VERBALE
Docenti Dott. Giacomo Seccafien
Crediti formativi 10

IL COUNSELING AL FAMILIARE ED AL PERSONALE QUANDO SI ACCOGLIE UN PAZIENTE IN RSA
Docenti Dott. Giacomo Seccafien
Crediti formativi 10

L’ALZHEIMER TRA PERDITE E CONQUISTE. LA GESTIONE MULTIDIMENSIONALE DEL PAZIENTE AFFETTO DA DEMENZA
Docenti Dott. D. Danza; Prof.ssa P. D’Amelio; Dott.ssa V. Ferrua; Dott. A. Raviolo
Crediti formativi 10

PRIVACY. LA TUTELA DEI DIRITTI NEL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI, ALLA LUCE DEL NUOVO REGOLAMENTO UE
Docenti Avv. Gian Paola Zanetta
Crediti formativi 15

DAL MEMENTO MORI ALLA DEATH PORNOGRAPHY *
RIFLESSIONI SULLA MORTE NELLA POST-MODERNITA’

Il Ruolo Terapeutico
Crediti formativi  6

LA DIPENDENZA AFFETTIVA – SENZA TE NON ESISTO
La clinica delle dipendenze
Crediti formativi  20

I DISTURBI DEL SONNO
COME RICONOSCERLI E COME GESTIRLI
Crediti formativi 15

DISTURBI D’ANSIA E GESTIONE DELLO STRESS
Crediti formativi 10

L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato
di Christopher Bollas
Crediti formativi 10

“Utilizzo una modalità di intervento orientata a sviluppare le potenzialità umane e la riduzione del disagio nel rispetto delle inclinazioni e delle caratteristiche personali”

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Per maggiori informazioni potete chiamare il numero 3477966388  o inviare una mail a

info@donatosaulle.it

     

BUON ANNO A TUTTI 2025

BUON ANNO A TUTTI

2025

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ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

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Donato Saulle

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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388

IL BUGIARDO

“La bugia del bugiardo è l’espressione della sua realtà psichica,
essa diventa un’articolazione della verità.”

IL BUGIARDOblu psicologo milano

PAGINE DI PSICOANALISI

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Tratto da:

L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *

Un mio paziente, Jonathan, mi presenta spesso una scena tipica del fenomeno che intendo trattare in questo capitolo.
Jonathan arriva tardi al lavoro perché ha violentemente litigato con la moglie. Il capo gli chiede spiegazioni. Lui risponde che non crederà a quello che gli è successo.
E’ uscito di casa come, al solito, in tempo per arrivare in ufficio, quando è stato fermato dalla polizia.
Il poliziotto ha chiamato rinforzi e dopo pochi minuti c’erano alcune camionette intorno alla sua macchina.
Era paralizzato dal terrore, ma allo stesso tempo animato da una curiosità indignata per quello che gli stava capitando.
Le sue modeste lamentele vengono tacitate dalla logica grottesca del fatto. Viene trasferito su una camionetta con le manette ai polsi.
Senza digli una parola, i poliziotti lo portano in commissariato, dove viene messo in cella di isolamento.
Dopo quello che gli era sembrata una eternità, ma che probabilmente è stata solo un’ora, un commissario ben vestito entra nella cella. Si scusa dicendo che c’è stato un errore e che è libero di andarsene.
Viene accompagnato con una auto-civetta fino alla macchina, che era rimasta nel posto in cui era stato fermato, e a quel punto può arrivare in ufficio.
Mentre mi racconta questa storia, mi dice che quasi non riusciva a credere che il suo capo fosse così credulone e prendesse per vera questa storia.
“Questa storia somiglia a un film giallo da due soldi, o a una versione di quart’ordine di qualche libro di Kafka.
Non so perché gliel’ho raccontata. Avrei potuto dire che avevo forato. Invece ho scelto questa storia esotica e il povero fesso ci ha creduto.
Mi ha creduto.
Vede, finchè riuscirò a cavarmela in questo modo non avrò problemi.
Cos’è la realtà se posso fare cose del genere? Non mi devo preoccupare delle cose che non mi piacciono.”

LA FUNZIONE DELLA BUGIA

E’ questa dunque la funzione della bugia del bugiardo psicopatico: negare la realtà?
Se lo psicopatico, che mente tanto quando dice la verità o anche più spesso, usa la presenza di un’apparente normalità nel suo rapporto con la bugia, cosa c’è di folle in questa attività?
Dov’è la pazzia?
Nel contenuto della bugia?
Nel rapporto del bugiardo con l’altro, a cui si racconta la bugia?
Con Jonathan gli psicoanalisti si trovano di fronte, come con tutti i bugiardi psicopatici, a un dilemma paradossale.
Dato che la bugia del bugiardo è l’espressione della sua realtà psichica, essa diventa un’articolazione della verità a cui diamo tanta importanza e ci si chiede perché di tutte le bugie possibili da raccontare il bugiardo racconta quella che sceglie di raccontare.
Jonathan ha certamente mentito su ciò che gli è successo in realtà, ma ha forse mentito sulla sua realtà psichica?
Visto che sappiamo che ha fatto tardi al lavoro perché la moglie ha minacciato di lasciarlo, vediamo che la sua bugia esprime la paura in relazione alla minaccia ricevuta.
La minaccia potrebbe aver fatto nascere in lui il desiderio di uccidere la moglie, mantenendo in questo modo il possesso dei figli, pensiero questo che ha già avuto più volte di recente.
Avrebbe potuto essere arrestato e processato per omicidio.
Ma nella sua bugia, lo liberano, viene dimostrata la sua innocenza.
Non è successo niente.
E’ possibilissimo che il commissario ben vestito che lo libera dalla detenzione potenziale sia la personificazione di una percezione transferale di me, perché spesso Jonathan mi ha visto come una persona con una collocazione precisa nella realtà, che potrebbe liberarlo dalla sua pazzia.

LA BUGIA COME METAFORA

IL BUGIARDO PSICOPATICO

Jonathan dice che le bugie gli vengono in mente in modo improvviso, le dice ancora prima di poterle controllare coscientemente.
Dichiara anche di sentirsi grato per questa sua capacità di mentire, anche se naturalmente è ben consapevole del pericolo potenziale a cui lo espongono le bugie.
Solo mentendo può sentire un senso di realtà personale.
Solo con le bugie emergono i suoi sentimenti sulla realtà.
In questo senso la bugia del bugiardo (e d’ora in poi mi riferirò solo ed esclusivamente alle bugie del bugiardo psicopatico) è una metafora.
Una verità convenzionale e l’atteggiamento convenzionale nei confronti del dire la verità vengono violati dalla logica rivoluzionaria della metafora.
Un semplice confronto tra la similitudine e la metafora chiarisce quanto sia più sconvolgente ed evocativa la rappresentazione metaforica della similitudine.
Se Jonathan avesse detto che il viaggio fino in ufficio era stato come essere incarcerato, avrebbe fatto un confronto esplicito tra i fatti reali e i sentimenti e pensieri corrispondenti derivanti dalla realtà psichica.
Ma l’omissione nella logica metaforica del legame “come se” fornito dalla similitudine annulla i modi normali di esprimere le verità che si sono formate in rapporto alla realtà.
La metafora è una modalità evocativa.
Una immagine insolita o una giustapposizione impossibile vengono usate per dire una verità che è difficile mettere in termini realistici e descrittivi.
E’ fuorviante separare la logica della metafora dalla sua funzione evocativa: essa stravolge o sorprende l’oggetto.
Allo stesso modo funziona la bugia del bugiardo.
Essa dà anche una strana sensazione al soggetto che parla nella logica della metafora o al soggetto che articola la sua verità nella bugia.
La sfida della rappresentazione metaforica libera sia un significato inconscio sia l’affetto collegato a questo significato.
La bugia del bugiardo psicopatico gli permette di credere di dire la verità, come se ciò che sta dicendo gli sembrasse talmente più veritiero dei fatti che sono successi in realtà da renderlo praticamente incapace di evitare di dire una bugia.

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Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle

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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO– Cell. 3477966388BLU

Fonte: L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *

BLUIl presente post ha il solo scopo di divulgare il libro da cui è tratto senza scopo di lucro.BLU

 

IL NORMOTICO

“La caratteristica fondamentale per l’identificazione di questo tipo di persona è la scarsa inclinazione a occuparsi dell’elemento soggettivo, all’interno di se stessi o degli altri.
Non viene quasi mai utilizzata la capacità introspettiva e riflessiva simbolica.”

IL NORMOTICO

LA MALATTIA NORMOTICA

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PAGINE DI PSICOANALISI

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Tratto da:

L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *

Quando Winnicot scrisse che è “l’appercezione creativa, più di ogni altra cosa, che fa si che l’individuo abbia l’impressione che la vita valga la pena di essere vissuta” /1971, p. 119), sapeva bene che la psicoanalisi si occupa dei disturbi della soggettività che rendono difficile vivere in modo creativo.

Come a indicare un nuovo percorso per il disturbo, egli propose un nuovo asse psicologico:

Vi sono persone che possono condurre una vita soddisfacente,  fare del lavoro che può anche essere di valore eccezionale, ed essere tuttavia schizoidi o schizofreniche. Possono essere malate in senso psichiatrico per via di un precario senso di realtà.

Per equilibrare questo, si dovrebbe asserire che vi sono altri che sono così fermamente ancorati alla realtà percepita oggettivamente da essere malati nella direzione opposta, di non essere in contatto con il mondo soggettivo e con l’approccio creativo alla realtà. (Ibidem, pp. 121-122)

Credo che oggi stiano emergendo nuovi nodi nella malattia dell’individuo o che ci stiamo accorgendo di un elemento della personalità che c’è sempre stato. Si tratta di una particolare tendenza all’essere normali, caratterizzata dall’intorpidimento della soggettività, che finisce per essere cancellata a favore di un Sé concepito come un oggetto materiale tra altri manufatti nel mondo degli oggetti.

Vediamo nascere un numero sempre maggiore di disturbi della personalità che possono essere caratterizzati dalla parziale distruzione del fattore soggettivo.

E’ per questo che si parla di “Sé vuoti”, “psicosi vuote” e di “personalità organizzatrice”. Il tentativo di studiare alcune caratteristiche di questo tipo di personalità è presente nell’opera di Masud Khan tra gli altri.

I soggetti in questione spesso non riescono a disfarsi della vita intrapsichica, perché non riescono a risolvere il dolore psichico che deriva dall’annullamento della vita interiore.

Di solito si rendono conto di sentirsi vuoti o di non avere il senso del Sé, e quindi cercano l’aiuto dell’analista per trovare un modo per sentirsi reali o per simboleggiare una sofferenza che viene vissuta come vuoto o dolore.

Esiste, però, un tipo di persona che è riuscita a neutralizzare  l’elemento soggettivo della personalità. Come diceva Winnicot, ci sono persone che hanno annullato l’elemento creativo sviluppando una mentalità vicaria, che tende ad essere oggettiva ed è caratterizzata dagli aspetti oggettivi piuttosto che da quelli psichici (della simbolizzazione rappresentativa di sentimenti, sensazioni e percezioni intra-soggettive).

Questa mentalità non intende rappresentare un oggetto, ma vuole essere l’eco della materialità degli oggetti esterni, vuole essere un oggetto-merce nel mondo della produzione umana.

Una persona normotica è una persona anormalmente normale. Troppo stabile, sicuro, tranquillo ed estroverso. E’ totalmente disinteressato alla vita soggettiva e tende a badare solo alla materialità degli oggetti, alla loro realtà concreta o ai “dati” relativi a fenomeni concreti.

Si può parlare di elemento normotico comune riferendosi a quella attività mentale che costituisce il trasferimento di uno stato mentale soggettivo in un oggetto esterno concreto che conduce alla de-simbolizzazione del contenuto mentale.

Se questo elemento viene utilizzato in modo eccessivo, se serve come mezzo per l’evacuazione degli stati mentali soggettivi, il soggetto si sta lentamente muovendo verso la malattia normotica.

Se l’elemento normotico è generico, la malattia normotica si sviluppa  quando il significato soggettivo viene assegnato a un oggetto esterno, dove rimane senza essere re-introiettato e nel corso del tempo perde la funzione simbolica di significante.

Le persone affette da disturbo normotico riescono a collocare diverse parti e funzioni del loro mondo interiore in oggetti concreti e, anche se li usano e li riuniscono in uno stato familiare, non li usano a fini simbolici.

Un individuo di questo tipo vive in un mondo di abbondanza insignificante.

LA PERSONALITA’ NORMOTICA

La caratteristica fondamentale per l’identificazione di questo tipo di persona è la scarsa inclinazione a occuparsi dell’elemento soggettivo, all’interno di se stessi o degli altri.

Non viene quasi mai utilizzata la capacità introspettiva e riflessiva simbolica.

Questa persona sembra davvero ingenua, se deve affrontare un argomento per il quale deve esaminare in profondità se stessa o altri. Se poi l’evoluzione verso la personalità normotica è avanzata, questa persona vive tranquillamente tra fenomeni e oggetti concreti.

Per elemento soggettivo intendo il gioco interiore di affetti e idee che dà origine e spazio all’immaginazione, che informa in modo creativo il lavoro e dà risorse inesauribili ai rapporti interpersonali.

La capacità soggettiva corrisponde a un tipo speciale di spazio interiore che facilita la ricezione degli affetti, dei ricordi e delle percezioni inconsce.

Il soggetto normotico sembra incapace di vivere stati soggettivi. Non ha sbalzi d’umore e sembra straordinariamente stabile e sano.

Se è costretto dalle circostanze ad affrontare una situazione complessa, in cui è presente l’elemento soggettivo (come partecipare a un litigio familiare, discutere su uno spettacolo o sentire parlare di eventi tragici) tradisce l’assenza di un mondo soggettivo.

Può parlare di un fenomeno come di un oggetto vero e proprio, dotato di leggi conosciute e quindi comprensibile. In un litigio può arrivare a dire: “davvero siete irragionevoli”, oppure di fronte all’ Amleto può commentare “poveri ragazzo”, ma il più delle volte si chiude in un rispettoso silenzio.

Con questo non voglio dire che questa persona non vada al cinema o a teatro. Ma quel che conta è che va a teatro o che ha un abbonamento.

Di solito evita di discutere il contenuto dell’opera vista, sottolineando che si tratta di un posto dove andare o di una cosa da possedere. E’ davvero incapace di leggere e commentare una poesia. La capacità di capire una poesia è un’abilità mentale sofisticata che esige una capacità soggettiva ignota a questo tipo di persona.

La persona normotica, invece, è interessata ai fatti, ma la sua passione per i dati di fatto non tende a definire conoscenze comuni che favoriscano la creatività di gruppo (come avviene nella comunità scientifica).

I fatti vengono raccolti e conservati perché è un’attività rassicurante, che fa parte dell’evoluzione del soggetto che tenta inconsciamente di diventare un oggetto nel mondo degli oggetti.

La raccolta dei fatti deve essere identificata con ciò che viene raccolto in modo che il soggetto stesso diventi un fatto. E’ davvero rassicurante entrare a far parte del meccanismo della produzione.

E’ bello far parte di un’istituzione perché ciò rende possibile identificarsi con la vita o con la resistenza impersonale, che si tratti del funzionamento di un’istituzione o dei meccanismi di una impresa.

Si fa parte del gruppo, si è a proprio agio nei comitati, si è sicuri all’interno di un gruppo sociale che offre una pseudo-intimità come alternativa alla vicinanza con le persone.

IL SENSO DI IDENTITA’

Non sarebbe giusto dire che il normotico non possiede un senso di identità; non si tratta infatti di una persona “come se” o dotata di un falso Sé, secondo la definizione di Winnicot. Non è facile però descrivere la natura di questa identità, se non dicendo che un osservatore esterno sente che esse è una acquisizione artificiale, come se non fosse stato fatto alcun lavoro mentale nella costruzione di questa identità.

Parimenti non sarebbe giusto dire che il normotico non si innamora o non forma rapporti. E’, però, attratto da persone simili a lui e, siccome l’amore può essere simile ai suoi acquisti, spesso può amare una persona senza che ciò chiami mai in causa la sua soggettività.

E’ una persona povera di affetti? Non nel senso della freddezza, perchè può avere il senso dell’umorismo e sapersi divertire. Ma al momento in cui potrebbe incontrare la tristezza, allora rallenta. Dato che la qualità della sua vita è rappresentata dall’attività, gli stati di angoscia o di depressione non appaiono in lui in una forma elaborata mentalmente, riescono solo a rallentare la sua “impeccabile” ricerca della felicità.

LO STRAORDINARIO VUOTO

Nei casi più gravi il normotico colpisce perchè è straordinariamente vuoto, ma le osservazioni che fa sono ancora più stupefacenti se si ricorda che questa è solo l’apparenza esterna, perchè dentro di sé sembrerebbe non aver bisogno di nulla.

In questo senso la presenza nel cinema o nella letteratura di personaggi che alla fine si rivelano robot è il segno che questo tipo di personalità sta emergendo nella nostra cultura.

Queste rappresentazioni non descrivono il futuro dei robot, ma sono attente previsioni di un disturbo di personalità che è già diffuso.

Questo tipo di persona può essere un maniaco del lavoro. Lavora con accanimento sugli aspetti strutturali della vita e costruisce il suo futuro con attività sempre rinnovate. Spesso ha una vita perfettamente programmata. A ogni momento del giorno viene assegnato un rituale, cancellando così la possibilità di scelte spontanee. Sa in anticipo cosa mangerà a pranzo, che il giovedì sera giocherà a carte con gli amici, o che il lunedì sera uscirà con la moglie. I suoi divertimenti mancano del senso del gioco e vengono svolti con lo zelo che mette in tutte le attività lavorative.

A questo tipo di persona non mancano gli amici, anzi spesso è bravissima a organizzare feste e intrattenimenti. Però gli argomenti che esigono la capacità di tollerare l’elemento soggettivo non vengono quasi mai affrontati o le amicizie sono caratterizzate dal reciproco racconto delle cose avvenute e non dallo scambio intersoggettivo, in cui si crea quell’intimità che permette di avere la sensazione di conoscere davvero l’amico.

Al normotico è del tutto ignota la capacità di parlare francamente di se stesso, della propria personalità e dei propri sentimenti. Mentre ci sono persone che hanno bisogno di conoscere gli altri, consapevoli che questa intimità pone entrambe le parti nell’equilibrio precario dell’ambivalenza, i normotici non hanno questa esigenza.

I PUNTI DI RIFERIMENTO

Non sono persone a cui manchino le convinzioni o i punti di riferimento, ma sembrano averli ereditati da qualcosa che non è il Sé.

Non sembra che che il pensiero e la soggettività rientrino nel lavoro della mente.

Sono persone dotate di una strana alternativa al senso di colpa: credono fermamente nel bene e nel male, però al posto del dialogo interno che avviene nello scambio tra Io e Super-io, che spesso è l’articolazione del senso di colpa, mostrano di avere una specie di introietto legale teutonico.

Dispongono di regole e paradigmi per la determinazione di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato, ma se le si studia attentamente, queste regole in realtà non sono applicabili alle mutevoli circostanze della vita, e non rispecchiano giudizi critici del soggetto, ma sembrano solo la fotocopia di qualcosa di ricordato a memoria e ripetuto senza una riflessione personale.

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Donato Saulle

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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO– Cell. 3477966388BLU

Fonte: L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *

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Il presente post ha il solo scopo di divulgare il libro da cui è tratto senza scopo di lucro.

Immagine di copertina tratta da Pink Floyd -The Wall

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PRIMO COLLOQUIO GRATUITO * SABATO 7 SETTEMBRE 2024 *

PRIMO COLLOQUIO GRATUITO SOLO PER SABATO 7 SETTEMBRE 2024

Solo per sabato 7 settembre 2024 dalle ore 17:00 alle ore 19:00 viene messa a disposizione la possibilità di poter effettuare un primo colloquio psicologico gratuito presso lo Studio di Via San Vito, 6 di Milano.
E’ necessaria la prenotazione inviando una mail a:
info@donatosaulle.it
o chiamando o inviando un messaggio wathsapp al numero 3477966388
indicando:

  • nome,
  • cognome,
  • età,
  • numero di cellulare
  • mail di contatto

Per maggiori informazioni sul contenuto e sulla modalità del primo colloquio si rimanda al link:
https://www.donatosaulle.it/primo-colloquio-psicologo-milano/

Lo studio effettua solo colloqui di psicologia o di psicoterapia, individuale e di coppia, con persone maggiorenni.
Verrà sempre dato riscontro alla richiesta. Se non si riceve un riscontro alla propria richiesta durante le 24/48 ore successive si prega di cambiare la modalità del contatto perchè questo significa che la richiesta non è stata ricevuta.

ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

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PSICOTERAPIA ON-LINE

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RIAPERTURA STUDIO – 26 AGOSTO 2024

RIAPERTURA STUDIO

26 AGOSTO 2024

Terminata la pausa estiva è ora possibile riprendere, da lunedì 26 agosto, le sedute in studio.

Per i nuovi pazienti è possibile fissare un primo colloquio utilizzando una delle seguenti modalità:

– inviare una mail all’indirizzo: info@donatosaulle.it
– inviare un SMS al numero: 3477966388
– telefonare direttamente al numero: 3477966388

in tutti i casi verrà richiesto di specificare:

nome
cognome
anni
numero di telefono

Lo studio effettua solo colloqui di psicologia o di psicoterapia con pazienti maggiorenni.

Verrà sempre dato riscontro alla richiesta.

Se non si riceve un riscontro alla propria richiesta durante le 24/48 ore successive si prega di cambiare la modalità del contatto perchè questo significa che la richiesta non è stata ricevuta.

Avere riscontro alla propria richiesta entro 24/48 ore significa poter effettuare un primo colloquio nei tempi più brevi possibili anche se non sempre immediati.

Al termine del primo colloquio il professionista e il paziente concordano l’eventuale prosecuzione del trattamento.

Il professionista potrà farsi carico personalmente dell’intervento o indicare al paziente il nominativo di un altro professionista, sulla base delle specifiche problematiche individuate, oppure indicare professionisti con competenze diverse che possono affiancare il percorso terapeutico intrapreso.

Le regole della privacy sono quelle definite nel documento da sottoscrivere in sede di primo colloquio.

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STUDIO DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

Da oltre un decennio svolgo la mia attività di psicoterapeuta privatamente presso il mio studio di Milano.
Le persone che, dopo un primo colloquio individuale, hanno i requisiti per poter essere seguite  potranno usufruire di una assistenza psicologica costante.

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Formazione

  • Laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Pavia
  • Psicologo
  • Psicologo Clinico iscritto all’Albo degli Psicologi della Lombardia n. 03/12876
  • Biennio di specializzazione in psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Biennio di specializzazione in psicoterapia a indirizzo Psicodinamico
  • Psicoterapeuta
  • Iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia n. 03/12876

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 Donato Saulle

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Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO  – Cell. 3477966388blu psicologo milano

COLLABORAZIONI

Colloqui individuali e somministrazione di Test di personalità come MMPI2 e il Rorscharch con il Metodo Exner.
In particolare mi sono occupato, presso il Centro Psicosociale, dei seguenti ambiti psicologici:
disturbi di personalità
problematiche e disagi adolescenziali
ansia
panico
stress
depressione
fobie
disturbi ossessivi e compulsivi

Ho partecipato alla costruzione, presso il Dipartimento di Psicologia, di un progetto di orientamento e formazione finalizzato alla ricerca attiva di un lavoro, realizzato con modalità di consulenza individuale personalizzata, autovalutazione, costruzione del progetto professionale attraverso la conoscenza del contesto competitivo e delle tecniche di ricerca di un impiego, con somministrazione di test psicoattitudinali e motivazionali, mappatura delle competenze, orientamento e bilancio di competenze individuali.

Ho svolto la mia opera all’interno della Casa Circondariale di San Vittore principalmente nel reparto a trattamento avanzato per detenuti tossicodipendenti.
Ho acquisito le conoscenze relative alla personalità del tossicodipendente, al mondo dello schema comportamentale e dei codici affettivo-emotivi sottostanti.
Le cognizioni sul pensiero deviante-criminalizzato sono state la base per la mia partecipazione alle attività dell’area clinica e a quelle rivolte alla sfera psicologica e comportamentale delle persone detenute e della loro possibile evoluzione in relazione a dimensioni quali l’espressione delle attitudini individuali, l’ adesione al mondo delle regole e dei compiti, le capacità relazionali e eventuali risorse attivabili in vista di un futuro reinserimento.

Presidente di Commissioni d’esame presso Centri di Formazione Professionale.

Presidente di Commissioni d’esame presso Centri di Formazione Professionale.

Ho applicato le principali conoscenze della testistica (Minimal Mental State Examitation Test, Tecniche di osservazione di decadimento cognitivo), impostando una relazione corretta con il paziente e con i familiari, affrontando i principali problemi psicologici e comportamentali che il decadimento cognitivo porta con sé e ho applicato le principali tecniche di riattivazione cognitiva e della memoria (ROT, Memory training, Our Time) adattandole alle esigenze del singolo o di un gruppo di pazienti con diversi livelli cognitivi.
Ho creato le di basi per l’intervento con l’anziano sano o portatore di decadimento in relazione alla stimolazione e alla riabilitazione cognitiva prestando particolare attenzione alla diagnosi differenziale alla costruzione della relazione con il paziente e al difficile rapporto con le famiglie ed i Caregivers. Inoltre ho collaborato alla definizione del quadro diagnostico e alla stesura del Piano Assistenziale Individuale di ogni nuovo ospite.

Ho collaborato come formatore di sostegno o come psicologo in regime libero professionale alla stesura del progetto formativo di alcuni studenti e in particolar modo la mia cura era rivolta ad alunni con difficoltà cognitive e/o comportamentali attraverso un empowerment delle risorse personali per una ricerca autonoma e attiva di una occupazione (attraverso l’uso di strumenti multimediali, la stesura del curriculum, lettera di presentazione, preparazione al colloquio ecc.) e, più in generale, allo sviluppo delle competenze comportamentali e relazionali tese a favorire l’inclusione sociale e ad agevolare l’acquisizione di autonomie personali nell’organizzazione e nella gestione del proprio progetto di vita.

  • Progetto “Diversamente Giovani” per una nuova cultura dell’integrazione

Progetto pensato, elaborato e proposto a Fondazione CARIPLO che lo ha approvato e finanziato con il fine di sviluppare una nuova cultura dell’integrazione sul territorio di Milano.

Pianificazione di programmi formativi, pratici ed esperienziali di tutoring per Tirocinio obbligatorio per esame di Stato e Corso di Specializzazione di tirocinanti della Facoltà di Psicologia.

Comunità terapeutica per il recupero di persone polidipendenti e con disturbi depressivi. Ho svolto attività psicologiche e rieducative con colloqui personali e di gruppo orientate al recupero di potenzialità personali e sociali.

Comunità alloggio dedicata al trattamento di pazienti affetti da disturbi psichiatrici che necessitavano di interventi terapeutico riabilitativi o di interventi di supporto sociosanitario effettuabili in regime residenziale.
Rivolta a pazienti con difficoltà di funzionamento personale e sociale, con bisogni complessi, ivi comprese problematiche connesse a comorbidità e con necessità di interventi multi-professionali.

Donato Saulle

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IL TRISESSUALE

“Io sono il ricordo di ciò che tu desideri.”
“Io sono il ricordo del tuo desiderio.”
“Io sono il desiderio del tuo ricordo.”

IL TRISESSUALE

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PAGINE DI PSICOANALISI

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L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *

In una nota nei Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), Freud definì tre fasi nello sviluppo libidico omosessuale.
Prima c’è una fissazione, breve ma intensa sulla madre; segue poi un periodo in cui gli omosessuali si identificano con la donna e assumono se stessi come oggetto sessuale, il che costituisce la “base narcisistica” da cui procedono alla posizione bisessuale, in cui “cercano uomini simili alla loro persona che li vogliano amare come li ha amati la loro madre” (p. 460).
In seguito Freud avrebbe descritto una “disposizione bisessuale innata nell’uomo”, che a suo parere era rispecchiata nell’identificazione con entrambi i sessi (1908, p. 394).

Io credo che ci sia una terza posizione, quella di chi “seduce” individui di entrambi i sessi per ottenere il desiderio che l’altro ha del suo Sé. L’oggetto del desiderio è il Sé del soggetto, ma un Sè iperinvestito in quanto parte di un triangolo famigliare erotico. Propongo di chiamare questo individuo trisessuale, e di definire la trisessualità come uno stato del desiderio caratterizzato dall’identificazione con entrambi i sessi e dalla seduzione di entrambi per appropriarsi della sessualità genitale, ridirigendola verso un triplice amore per una sola persona.

Come definire questa posizione? Se la posizione bisessuale permette l’identificazione con entrambi i sessi, il trisessuale aggiunge un corpo libidinicamente desessualizzato, il cui genere è astratto dalle categorie della differenza sessuale per essere convertito nel contenitore di una sessualità trascendente. Nella fase finale della seduzione trisessuale ci sono tre amanti: un uomo che ammira il soggetto trisessuale, una donna che lo cerca e il trisessuale stesso, che è abbastanza dissociato da investire aspetti di se come oggetti del desiderio.
L’immagine corporea del trisessuale non ha genere, è una posizione corporea al di là della sessualità o, più precisamente, un corpo prima della conoscenza della sessualità: una presenza verginale.

Chi viene sedotto – se è, per esempio, una donna – si trova a combattere una strana battaglia. Se si è impegnata in una intensa seduzione reciproca con il trisessuale, si trova di fronte a una strana gara per conquistarsi il diritto a perpetuare il rapporto erotico. Man mano che il trisessuale desessualizza il rapporto e trasforma l’erotismo in familiarità, la donna viene pervasa da una sensazione perturbante. Le è già successo, ma dove? e con chi? E perchè è una perdita tanto dolce e una trasformazione accettabile dell’erotismo.

Di solito il trisessuale si pone nei confronti di una donna o di un uomo come un oggetto particolarmente affascinante. E’ una persona di talento e sensuale, dotata di intuito e comprensione. Spesso si interessa a moltissime cose e al momento della seduzione dimostra un interesse insolitamente intenso per la persona che diverrà sua amante. Se la incontra a una festa, le dedica tutta la sua attenzione, e questa persona sente una attenzione che la avvolge sensualmente. Poi la invita nel suo appartamento e nei giorni e nelle settimane successive si comporta come un amante esperto e appassionato. Indubbiamente conosce l’erotismo tanto bene da saper attrarre sempre di più l’attenzione su di sè come fenomeno affascinante. Poi, lentamente, desessualizza il rapporto e progressivamente quello che era stato un rapporto d’amore diventa una collaborazione in cui due persone passano il tempo a contemplarne una: il trisessuale. L’abbandono della sessualità non è improvviso, ma essa viene progressivamente sostituita da altre attività. Invece di fare l’amore, per esempio, il trisessuale prepara un pranzo straordinario e avvia una conversazione sulla filosofia della vita che lascia incantata l’amante.

Un’altra sera porta l’amante a casa di amici per arricchire la sua vita sociale, presentandola a persone famose e di grande creatività. In breve, la donna sente di essere privilegiata per il solo fatto di stare con lui, e la trasformazione della sessualità in interessi comuni sembra, incredibilmente, non essere quasi notata.

Pian piano, l’amante si rende conto di essere solo una fra tanti ammiratori. Ma ciò che non è traumatizzante, perchè man mano che lui si è allontanato dal ruolo di amante, l’ha inserita in un gruppo di persone interessanti, che sembrano tutte provare soggezione nei suoi confronti. Tutte le nuove amanti scoprono presto che la loro seduzione, anche se ovviamente unica in un certo senso, è però tipica in un altro. Anche gli amici sembrano essere stati “sedotti” da lui, eppure sono contenti di avere fatto questa esperienza. Quando il trisessuale conclude una relazione con una amante, le eventuali ferite narcisistiche sono compensate dal fatto che la donna sa che proprio l’essere stata la sua amante le ha permesso di entrare in un gruppo molto privilegiato, e che non è una donna qualunque, perchè si rende conto che lui è un grande conquistatore di uomini e donne – addirittura sembra che tutte le persone di un certo livello rientrino tra le sue conquiste – cosicchè non sente alcuna invidia verso gli altri.

La trisessualità è diversa dal normale amore narcisistico per se stessi, perchè il trisessuale prima seduce entrambi i sessi e poi  trasforma il loro desiderio erotico in uno sguardo ammirato e reverente. Il suo potere si fonda su questa trasformazione. Poichè è un individuo coattivamente seducente, seduce le amanti e se ne appropria perchè diventino il reddito psichico prodotto dalla sua ricchezza narcisistica, e tutto ciò gli proviene dal trasformare il desiderio dell’altro in moneta di devozione.

In una certa misura, naturalmente, la trisessualità rappresenta la presenza competitiva dell’elemento narcisistico nella vita vita sessuale. Se consideriamo il trisessuale maschio quando seduce una donna, egli sembra rappresentare la normale traccia del complesso edipico risolto. Quando invece seduce un ammiratore maschio, drammatizza un complesso edipico negativo. Se seduce entrambi i sessi si identifica con entrambi, sembra bisessuale. La trisessualità può essere considerata una terza forma di impegno edipico, in cui la posizione narcisistica, prima rimossa, emerge per competere con i motivi edipici positivi e negativi. L’auto-investimento narcisistico del trisessuale è così intenso da permettergli di farsi amare da una donna, o da un uomo, per poi respingere l’illusione dell’amore e allontanarsi dall’erotismo, che però non scompare. Resta a una certa distanza, come se fosse il ricordo personificato di ciò che è accaduto. Questo corpo desiderato non significa più sessualità, ma ricordo della gratificazione. Non è corretto dire che il trisessuale si prende come oggetto del suo amore. Con maggior precisione diremo che che ama la suafunzione di curatore dei ricordi.

SANDOR

Nel corso della sua analisi, Sandor ha descritto molti rapporti intensi con persone di entrambi i sessi. Anche se non ha avuto rapporti omosessuali veri e propri, è evidente che ha vissuto storie d’amore di natura omosessuale latente. Dato che ha una notevolissima sensibilità ed è molto bello, molti uomini si sentono attratti da lui. La sua espressività, il suo spirito e la conoscenza degli argomenti alla moda in materia di estetica, filosofia, politica e storia gli hanno garantito una straordinaria popolarità. Infatti veniva spesso in seduta tra un impegno mondano e l’altro: arrivava di corsa e se ne andava abbastanza in fretta per vedere amici. Pur dedicandosi attivamente alla pittura, la maggior parte del tempo lo passava in giro per club, mostre e case di amici. Praticamente tutti erano innamorati di lui. Ogni tanto si metteva con una donna e aveva flirt con lei. Di solito incontrava una ragazza a una festa o a una mostra, se la portava a casa e facevano l’amore. Era orgoglioso del suo modo di fare l’amore, ed era evidente che anche le donne sentivano di aver fatto una conquista. Nel giro di una o due settimane, però, rifiutava qualsiasi ulteriore rapporto sessuale ma offriva in cambio una intensa amicizia. Si comportava allo stesso modo con le ex amanti e con gli amici: era sempre disponibile, volenteroso, comprensivo e di ottima compagnia. Nei vari anni di analisi, secondo Sandor, nessuna delle donne che aveva trasformato da amanti in amiche gli aveva portato rancore o aveva considerato il suo rifiuto sessuale e le sue successive amanti come un tradimento. Anzi, sembravano considerarsi fortunate per averlo incontrato e per aver avuto un’esperienza erotica così intensa, e gli erano davvero grate perché restava un amico fedele.

Una vita sociale come quella di Sandor avrebbe stancato chiunque, tranne lui. Per essere sempre in forma seguiva un regime fisico rigoroso. Ogni giorno correva per alcuni chilometri, e faceva la sauna più volte la settimana. Seguiva una dieta accurata e ne era molto orgoglioso. Se mai gli capitava di fumare, si autorimproverava in seduta per averlo fatto.

Con il passare del tempo gli amici si accorsero dei suoi rituali. In realtà sembravano essere suoi tratti tipici e molti iniziarono a copiarlo. Forse quando gli telefonavano e sentivano rispondere la sua allegra segreteria telefonica, lo immaginavano in sauna o a correre nel parco o a fare la corte a qualche bella ragazza.

Pochi sapevano delle sue sporadiche angosce, caratterizzate dall’intenso desiderio per una donna che gli sembrava impossibile sedurre. Nel corso dell’analisi mi parlò di almeno tre casi di amore impossibile. Rappresentavano per lui un vero tormento; come lui, avevano amanti di entrambi i sessi, ma alla fine restavano allegramente da sole e ritiravano il loso Sé corporeo dal circuito dell’amore fisico. Una volta Sandor riuscì a passare la notte con una di queste donne, ma non vi fu mai l’occasione per un rapporto sessuale, anche se dai suoi abbracci, baci e parole affettuose Sandor si sentì spinto a una specie di muta frenesia erotica. Dopo questa esperienza fu molto sollevato dal fatto che la donna gli offrisse ugualmente la sua presenza: era consapevole che sotto il velo della loro passione erano nascoste una tristezza e una malinconia profonde. Alla fine concluse che questo desiderio desiderio di una donna era uno strano atto d’amore verso il proprio doppio, e l’incapacità di sedurla gli faceva conoscere la tristezza che aveva dato origine a buona parte della sua attività di trisessuale.

La storia di Sandor esemplifica una delle ragioni all’origine dell’amore trisessuale. Isuoi genitori avevano subito gravi perdite nell’infanzia e provavano intense nostalgie. Gli raccontavano la loro storia in dettaglio, dando ai ricordi un carattere un po’ intrusivo rispetto alla vita normale. Si occupavano uno dell’altro con continue premure. Negli anni successivi, Sandor si rese conto che il bisogno reciproco e l’intenso affetto dei suoi genitori erano sentimenti così esclusivi da non lasciare spazio a una terza persona. In un certo senso, il complesso di Edipo dipende, in parte, dalla creazione di uno spazio edipico da parte dei genitori, e se questo spazio non c’è, il complesso edipico del bambino ne risulterà deformato. In effetti, i genitori di Sandor erano affettuosi e sono convinto che Sandor abbia avuto un rapporto molto stretto con sua madre, ma conducevano la vita familiare su su linee affettive biunivoche. Nei momenti in cui amava il padre, la madre sembrava dimenticarsi di Sandor. Nella nostra ricostruzione in analisi, Sandor prima si rivolse alla madre e poi al padre, per formare una storia d’amore di tipo edipico, ma nessuno dei due sembrava in grado di dagli questo tipo di amore. Non gli fu mai concesso il ruolo di rivale, perché non fu mai concepita la trinità della famiglia. Gestiva questa delusione dell’amore oggettuale rivolgendosi al suo corpo come oggetto del desiderio. Per farlo dovette intensificare enormemente la sua vita immaginaria e lo fece nel periodo edipico e nella fase di latenza, immaginando in continuazione di essere l’oggetto eroico del desiderio dell’altro. Alcuni amici, scherzando, dicevano che avrebbe potuto avere chiunque per amante, perché erano stupiti dalle sue conquiste; ma talora notavano la sua apparente indifferenza a un rapporto stabile. Sembrava non aver bisogno degli altri, quanto meno non a livello personale, anche se la sua attiva vita sociale nascondeva questo fenomeno, a tutti tranne che ai suoi amici più intimi

In analisi risultò evidente che egli considerava fondamentale la posizione trisessuale. La passione, etero o omosessuale, era solo uno strumento per suscitare il desiderio dell’altro. L’obiettivo essenziale era quel che veniva dopo: l’inversione della situazione edipica per cui entrambi i genitori entravano in competizione per l’amore del bambino. La sessualità del trisessuale è l’immacolata concezione della sessualità pregenitale. E’ il quadro famigliare prima che la conoscenza della sessualità cancelli l’innocenza e consegni la famiglia iniziale ai ricordi. In questo terreno pre-edipico ci sono tre oggetti del desiderio: la madre (eterosessuale), il padre (omosessuale) e il Sé bambino (narcisistico). L’evoluzione dalla bisessualità all’apparente scelta del Sé come oggetto preferito rappresenta il viaggio di andata e ritorno del trisessuale verso la vita infantile: dalla frustrazione edipica si torna alla gratificazione pregenitale. Scopo di questa situazione pre-edipica è obbligare i genitori ad amare il bambino alle sue condizioni: ammirarlo sempre e provare timore per la sua presenza. Così, in una certa misura, uno degli obiettivi della trisessualità è sconfiggere la sessualità e trasformarla in ammirazione.
Dai genitali agli occhi.
Dal rapporto sessuale agli sguardi.
La trisessualità in questo modo esprime una specie di trionfo infantile sulle condizione della sessualità adulta. Sconfiggendo lo spazio edipico, trascendendo uno spazio che non lo ha mai immaginato, mai accettato, nè mai lo ha fatto vincere (formare identificazioni) nè perdere (mitigare attaccamenti libidici), il trisessuale vive un potere compensatorio. Come vedremo, impersona nel suo essere una funzione psichica e, personalizza ciò che è profondamente inconscio e lo mette a disposizione dell’altro. Anche Sandor ha sempre dato alle sue amanti deluse una gratificazione personale sufficiente a tacitarne la delusione, è vero, però, che le sue donne si sono sentite coinvolte in una strana competizione con il suo Sé corporeo. Nel momento dell’amore manifesto per il loro Sé corporeo, le amanti si debbono essere sentite fiduciose e gratificate. Con estrema delicatezza Sandor ritirava l’investimento sessuale dal loro corpo e lo sostituiva con l’interesse. Sono sicuro che ciò non sfuggiva all’amante, ma probabilmente il passaggio del desiderio sessuale dal corpo dell’altro al proprio corpo può aver mitigato la sensazione che la sessualità stesse scomparendo dal rapporto. La grande competenza di Sandor nei rapporti sessuali era in realtà oggetto di interesse in sé e per sé. Dopo la marea di passione orgasmica l’amante avrebbe provato una soggezione retrospettiva per la gamma di attenzioni sessuali e conoscenze erotiche di cui Sandor disponeva. Il Sé corporeo di Sandor diveniva allora oggetto di grande interesse e gradualmente la coppia attualizzava una fantasia: che la straordinaria e appassionata esperienza di Sandor non potesse essere ceduta al desiderio dell’altra. Sandor l’avrebbe conservata in un posto sicuro dentro di sé, non per il proprio piacere, ma per tenerla da parte in vista dei tempi bui causati dalle delusioni della vita. Questo rinforzava l’idea che Sandor fosse un personaggio straordinario, dato che sembrava non prendesse niente anche se in realtà prendeva tutto dentro di sé. Dai suoi racconti, sembrava che molte persone ritenessero un privilegio essere state amate da lui. Da questa posizione faceva ricadere sull’altro l’ombra dell’oggetto.

LA CONVERSIONE TRISESSUALE:

DAL DESIDERIO AL RICORDO

Qual è la funzione psichica della forma particolare di narcisismo del trisessuale? Cosa da all’altro?

Poiché ciascuno di noi è stato oggetto di un’intensa illusione, potremmo dire che tutti siamo stati oggetto di una seduzione universale. Tutti siamo stati oggetto delle cure e dell’amore materno, proprio come tutti siamo stati svezzati da questo attaccamento. E’ forse possibile che il complesso edipico rappresenti una doppia delusione? Le nostre identificazioni invitano a illuderci di avere potere pari a quello della madre o del padre, finchè non ci accorgiamo della nostra impotenza. Eppure, questo processo non è forse una procedura che sostituisce il desiderio edipico a quello pre-edipico? Nel desiderare di concorrere e di vincere, anche se non si riesce a vincere la battaglia edipica, un idioma del desiderio – l’obiettivo di conquistare una vittoria edipica – sostituisce un’altra forma di desiderio: il desiderio di essere curati con sollecitudine e comprensione dalla madre.

Credo che non sia giusto dire che sia la sublimazione a risolvere il conflitto edipico. E’ invece la partecipazione al conflitto che fa pensare a una risoluzione finale. Coloro che non riescono a risolvere il conflitto edipico sono probabilmente coloro che non sono mai riusciti a entrare in quello spazio da bambini. Non solo sono fissati come Sandor, al regno della sessualità pre-edipica, ma viene loro negata anche l’esperienza della sconfitta benefica, del trionfo del mondo dei genitori sulla vita del bambino che, a mio parere, è una esperienza essenziale per la rimozione delle forme precoci di desiderio.

A Sandor è stato negato l’accesso allo spazio e  al conflitto edipico dalla sincerità simbiotica dei suoi genitori, che lo amavano e si occupavano di lui come il futuro che impersona il passato. Entrambi i genitori erano così impegnati nel reciproco ricordo del rapporto con i loro genitori che questi ricordi influenzarono il loro rapporto con Sandor.

Anche se gli dedicavano sempre attenzione, spesso lo precipitavano in ricordi nostalgici, ma dolorosi, del passato. I veri nemici edipici di Sandor erano i fantasmi degli antenati che gli rubavano il posto nel rapporto con i genitori. Ma come i genitori, anche lui erotizzava la funzione della memoria.

Sandor ha bisogno di collocare l’amante attuale nel passato. Preferisce riflettere sull’amante che vivere con lei nel presente, perché anche lei deve diventare un ricordo. In quella posizione la può amare senza angoscia, quell’angoscia che gli fa temere che un coinvolgimento intenso nel presente lo separerà dal rapporto con l’erotismo dei genitori. Ripete, allora, quello che i suoi genitori sono riusciti a fare: ravviva il presente con il rapporto d’amore per dagli sufficiente vigore perché sopravviva come un faro nel passato. Come i suoi genitori, che erano presi dal passato, Sandor usa il presente per crearsi un passato.

Così Sandor deve svolgere la funzione erotica della memoria. Rimette le sue amanti in contatto con una conoscenza passata, dato che tutte vengono visitate da tracce dei loro desideri infantili e dall’apparizione momentanea dello straordinario oggetto, che conferisce privilegi e gratificazioni in un momento chiuso in sé. Usando l’abilità erotica, il trisessuale invita l’altro alla sessualità genitale per respingerla e costringerla a scomparire nel rapporto diadico. Il trisessuale trasforma la passione erotica in una presenza mnestica vivente. Sollecitandone il desiderio, diventa padrone del destino sessuale dell’altro e gli significa la mortalità dell’estasi. Il suo corpo contiene i ricordi delle gratificazioni dell’altro e non è l’oggetto del desiderio, ma la sua provincia mnestica. In questo senso, ha capito che le cure dei genitori incorporano la traccia dei loro genitori e nonni, dato che la madre e il padre testimoniano inconsciamente il loro bisogno di cure materne e paterne precoci. E’ un erotismo dell’assenza.
“Io sono il ricordo di ciò che tu desideri.”
“Io sono il ricordo del tuo desiderio.”
“Io sono il desiderio del tuo ricordo.”
Nel dolce segreto dei primi amori ormai per noi perduti, il trisessuale scopre la voce. Ci parla da un luogo in cui tutti sappiamo cosa sono l’amore della madre e l’amore materno.

IL NARCISISTA E IL TRISESSUALE

Sé la trisessualità è una forma di narcisismo, in che modo differisce dal narcisismo vero e proprio? Questa domanda ci impone di considerare prima come il narcisista vive la sua vita erotica.

Anche se è una spiegazione convenzionale –  dato che non è molto psicoanalitica – penso che sia utile iniziare affermando che il narcisista sembra amare solo se stesso. Supponendo che il rapporto del narcisista con se stesso sia stato amoroso e di una certa durata, ci avviciniamo all’attuale idea psicoanalitica della personalità narcisistica, se affermiamo che il narcisista non si guarda più allo specchio, ma prende l’altro per uno specchio. Kohut (1971) ha descritto questa forma di tranfert dello specchio. La fragile ipotesi fatta dal narcisista sulla bellezza intrinseca del Sé differenzia il narcisista dal trisessuale. Mentre il narcisista ipotizza l’amore, il trisessuale lavora attivamente per sedurre l’altro. Modell (1969), che ha descritto l’effetto del narcisista sull’altro, mostra in particolare come può essere noiosa una persona di questo tipo. Il narcisista non fa alcuno sforzo perché pensa di avere tutto quello che gli serve, non cerca un oggetto perché gli oggetti fanno parte del sistema del Sé: questo intende Kohut quando parla di formazione del concetto di “oggetto Sé”. Questa ipotesi non vale per il trisessuale, che non è quasi mai esplicitamente concentrato su se stesso o noioso. Anzi, di solito è molto interessante, seducente e interessato agli altri. Se è lecito il paragone, svolge il ruolo di Eco per Narciso.

Inoltre i caratteri narcisistici tendono a sedurre l’altro in modo passivo, presentandogli l’immagine di un Sé narcisista. Un paziente che rientra in questa categoria di persone tende a mettersi vicino a una donna, in modo da farla innamorare della sua presenza. La invita a essere curiosa di lui e a chiedergli della sua vita. Poi la soddisfa raccontandole la sua storia, che è abbastanza interessante, e piano piano lei si innamora dell’immagine di lui che le viene presentata. A mio parere i narcisisti non cedono all’altro nel rapporto, ma gli offrono un’immagine del Sé equivalente all’oggetto che il narcisista ha di se stesso. E’ una distinzione sottile, ma importante: il narcisista presenta alla donna un’immagine da lui fabbricata, in modo che contemplandolo lei si innamori – se si innamora – dell’immagine del Sé.

Il narcisista si controlla sempre e non si abbandona mai a una vera intimità.

Insiste per percorrere la vita mano nella mano, ma è lui a guidare. Se una donnatenta di sedurre un narcisista, e se la sua seduzione è differenziata a seconda degli oggetti, cosicchè non ammira soltanto il Sé del narcisista, allora costui può essere preso dal panico. Nel caso di un mio paziente, ciò apparve particolarmente evidente nel rapporto con una donna innamorata di lui: questa ne aveva un’immagine una immagine molto diversa da come lui la vedeva. Ne derivò una lotta: o la donna accettava la sua immagine di sé come l’unica possibile, o il rapporto sarebbe finito. Se la donna tentava di difendere la propria immagine di lui, il narcisista la respingeva. Ogni giorno il paziente arrivava in seduta e diceva: ”Sa cosa ha detto di me?”. Oppure: “Lei pensa che io sia fatto in questo modo…”. Era travolto da una rabbia narcisistica perché la donna lo vedeva diverso da come lui si vedeva, e questo gli impediva di apprezzare i lati positivi della percezione della donna.

Per il narcisista, o l’altro si innamora dell’immagine che il narcisista ha di se stesso – così com’è – oppure non è possibile alcun rapporto.

L’immagine del Sé e il Sé, naturalmente, non sono la stessa cosa; anzi in ultima istanza l’immagine del Sé del narcisista è una difesa per non dover affrontare la realtà del Sé. E’ certamente vero che il trisessuale ha altrettanta paura di un rapporto intimo, ma mentre il narcisista dà all’altro un’immagine di sé e si aspetta adorazione, il trisessuale dà all’altro una esperienza incapsulata da ricordare.

Il narcisista dice: “In ciò mi hai trovato meraviglioso”. Il trisessuale dice: “In me hai trovato che è meraviglioso”. Il narcisista si rivolge all’altro in un momento di bisogno e lo invita a condividere la soddisfazione. Il trisessuale si rivolge all’altro con un ricordo, un dolore, un sobbalzo, che risveglia nell’altro la perdita di qualcosa che è conosciuto. Il trisessuale suggerisce all’altro l’intensità dell’amore materno, nel momento in cui la natura dell’essere si sente ispirata dal proprio dall’eros. L’obiettivo del trisessuale consiste nell’essere il ricordo del desiderio dell’altro, nel trasformare l’eros da una procreatività generatrice (divisione in multipli successivi) al desiderio di un ricordo (un’unità). Che famiglia si era creato Sandor? Non si trattava di una famiglia post-edipica, un gruppo differenziato di persone con desideri e interessi indipendenti ma capaci di mutualità. L’esperienza che Sandor viveva del suo gruppo era quella di una famiglia pre-edipica. Man mano che trasformava le amanti in amiche, che le riportava dall’erotismo differenziato allo spiritualismo di uno stato di fusione perturbante, egli penetrava ricordi congelati e li de-rimuoveva agendo lo stato affettivo del Sé del primo rapporto oggettuale.

Tuttavia come propongono Gear, Hill e Liendo (1981), una delle caratteristiche più trascurate nella letteratura sul narcisismo è il grado di potere e autonomia che il narcisista vorrebbe esercitare nei suoi rapporti oggettuali. Invitando l’altro a innamorarsi della sua immagine di sé, il narcisista tende a controllare l’effetto finale che l’altro avrà su di lui. Dietro alla domanda: “chi ha il potere di definire la versione del Sé?”, ce n’è un’altra: “Chi ha il diritto di determinare il fato del Sé infantile?”. A mio parere, a causa dei conflitti nel rapporto iniziale con la madre, il carattere narcisistico ha la ferma intenzione di prendere la posizione della madre. Ne assume la funzione su di sé in modo intenso e rigido. Noi tutti assumiamo in noi alcuni aspetti dell’idioma di cura materno, in quel continuo processo di mettersi in rapporto con noi stessi come oggetto della nostra considerazione e attenzione, ma nel caso del narcisista, siamo di fronte a notevole rabbia e frustrazione verso la madre, cosicché con l’assumere la cura di sé, il narcisista sente un senso di trionfo per aver conquistato ilcontrollo e potere sulle fonti dell’autostima,

Ma mentre il narcisista ottiene potere assumendo il controllo della sua versione di se stesso(con tutto ciò che comporta), il trisessuale trova il potere nel rifiutare qualsiasi autorità o influenza diretta. Il trisessuale trova forza non in quello che acquisisce o possiede, ma in ciò a cui rinuncia. Trova il potere nel sembrare Eco. Da all’altro, ma limitando la funzione sia la sua funzione sia l’influsso dell’altro. Diventa testimone della memoria, il testimone della storia, la rappresentazione di un’area rimossa del Sé dell’altro. Gli ex amanti pensano che conservi parti preziose di loro e , quando lo incontrano, provano sempre il piacere segreto dei ricordi comuni.

RIFLESSIONI FINALI

Spesso mi sono chiesto, quando Sandor mi raccontava le storie dei suoi amori, perché quasi nessuna di queste donne protestasse. Forse nessuna si è mai sentita sfruttata? Eppure penso che lui usasse le persone. Poi mi sono reso conto che tutte le sue donne sapevano in anticipo che lui era speciale. Lo sapevano prima di diventare oggetto della sua seduzione. Inoltre, sapevano che lui era ammirato e “amato” da persone di entrambi i sessi e nessuno dubitava mai che Sandor fosse felice di essere quello che era. Credo che queste amanti fossero predisposte a essere amate da una persona speciale, affascinante e interessante, che significava un tipo particolare di erotismo, e vivessero la conquista narcisistica di aver “avuto” un amore così straordinario, con la soddisfazione di averlo usato a beneficio del loro narcisismo.

Sandor vive con loro in pochi giorni tutta la vita pre-edipica. Le amanti cominciano questo rapporto e sono trasportate in un posto speciale (casa sua), in cui sono oggetto di una specie di strana preoccupazione materna. Dal momento che questa storia d’amore è tra due adulti, sembrerebbe che l’amore reciproco debba essere gratificato dalla sessualità genitale; è invece una rappresentazione inconscia di una situazione di intenso allattamento. Man mano che l’amante viene “svezzata” dall’erotismo, viene collocata in un ambiente in cui può guardare questo Sandor-madre da una certa distanza. Sembra non esserci stata alcuna perdita, alcun rimpianto, alcuna rabbia. Solo una sensazione di meraviglia e di gratitudine. Si vede chiaramente come Sandor cerchi di utilizzare l’illusione dell’amore incondizionato per creare un delirio: che l’amore in realtà esista, tanto che non si sente dolore, perdita, rabbia. Solo distorcendo la vita pre-edipica, sfuttando gli stati narcisistici del Sé, Sandor può far durare questo effetto sulle amanti e sugli amici.

Penso che probabilmente le amanti di Sandor si rendano conto del fato che incombe su di loro, e forse anche loro cercano l’intensificazione del passato, perché sanno che la storia d’amore con Sandor sarà solo momentanea. Tra persone fragili, o tra le persone che cercano una prova dell’esistenza dell’amore incondizionato, uno come Sandor riesce a prosperare. Per alcuni sarà un secondo avvento.

Un trisessuale è una persona rara ma inconfondibile. Lo distinguo dal carattere narcisistico normale perché ritengo sia importante sottolineare che è una persona affascinante, molto popolare e notoriamente innamorato di se stesso, senza però mai arrivare a eccessi. Chi lavora con una persona di questo tipo può cercare di sfuggire alla complessità del suo carattere convincendosi che in realtà il trisessuale sia molto superficiale. Ma un giudizio di controtranfert di questo tipo, a mio parere, rispecchia il desiderio dell’analista di semplificare ciò che è complesso e di ridurre le difficoltà con il lavoro con il trisessuale. Perché di solito costui è veramente una persona di talento, colta e intelligente, dotata di intuito e di capacità di socializzazione. Non appare subito come un Don Giovanni, è anzi comprensibile che sia oggetto di notevoli speculazioni.

Anche se gli altri cercano di capirlo, di collocarlo in una posizione nota, difficilmente ci riescono: la capacità di eludere la conoscenza fa parte del suo mistero.

Quindi, le ipotesi sul fatto che sia omosessuale o bisessuale non trovano conferme. Nessuno lo sa davvero.

Possiamo dire, allora, che quando le persone si innamorano di uno come Sandor, sono innamorate nel vero senso del termine? Credo che la risposta debba essere negativa, soprattutto se intendiamo amore nel senso maturo della parola. Eppure qualche forma d’amore c’è. E’ presente come il ricordo che tutti noi conderviamo del primo amore oggettuale. Coloro che si innamorano di Sandor, sono coinvolti in qualcosa di simile a un errore di persona. Forse vivono un’esperienza che tutti prima o poi viviamo, quella di camminare in una strada affollata e di vedere qualcuno da lontano. Ma non può essere lui! Un vecchio amico d’infanzia, che non vediamo da trent’anni. Il cuore comincia a battere, camminiamo più in fretta. Cerchiamo le parole per questo incontro dopo tanti anni. E proprio all’ultimo, quando stiamo per chiamarlo per nome, ci accorgiamo di esserci sbagliati. Eppure sembrava proprio quell’amico, e mentre ci allontaniamo, certamente delusi (anche se un po’ sollevati), possiamo cominciare ai momenti passati con lui. La stessa esperienza, anche se ovviamente vissuta in modo diverso, può verificarsi quando qualcuno ci fa pensare a una persona cara che è morta. Può essere un errore conturbante ma profondo.

Coloro che si innamorano di Sandor commettono questo errore di identità. I sentimenti dell’amante, tuttavia, sono spesso profondi e intensi, proprio come nel caso dell’errore di persona.

Sandor lo sa; è la sua funzione.

Sa di essere l’immagine di un desiderio della memoria, e questo gli da un senso di potere, di significato e di compensazione.

Raramente e all’improvviso, Sandor va a trovare un’ex amante. Con una notte di intenso erotismo riemerge dal passato e dà all’amante un’immagine vivida delle antiche gratificazioni. Quando se ne va la mattina dopo, la donna sente di aver vissuto un sogno erotico molto intenso, in cui il passato è stato rivissuto. In queste rare occasioni, gli amanti non condividono solo il ricordo dell’eros, ma anche l’eros del ricordo.

E’ in quel luogo psichico che il trisessuale vive ed agisce come il custode immaginario deli ricordi.

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Dott. Donato Saulle

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Fonte: L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *

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Il presente post ha il solo scopo di divulgare il libro da cui è tratto senza scopo di lucro.

 

 

BUON ANNO A TUTTI 🟡 2024 🟡

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RIAPERTURA STUDIO – SETTEMBRE 2023

RIAPERTURA STUDIO

SETTEMBRE 2023

Terminata la pausa estiva è ora possibile riprendere, da lunedì 11 settembre, le sedute in studio.

Per i nuovi pazienti è possibile fissare un primo colloquio utilizzando una delle seguenti modalità:

– inviare una mail all’indirizzo: info@donatosaulle.it
– inviare un SMS al numero: 3477966388
– telefonare direttamente al numero: 3477966388

in tutti i casi verrà richiesto di specificare:

nome
cognome
anni
numero di telefono

Lo studio effettua solo colloqui di psicologia o di psicoterapia con pazienti maggiorenni.

Verrà sempre dato riscontro alla richiesta.

Se non si riceve un riscontro alla propria richiesta durante le 24/48 ore successive si prega di cambiare la modalità del contatto perchè questo significa che la richiesta non è stata ricevuta.

Avere riscontro alla propria richiesta entro 24/48 ore significa poter effettuare un primo colloquio nei tempi più brevi possibili anche se non sempre immediati.

Al termine del primo colloquio il professionista e il paziente concordano l’eventuale prosecuzione del trattamento.

Il professionista potrà farsi carico personalmente dell’intervento o indicare al paziente il nominativo di un altro professionista, sulla base delle specifiche problematiche individuate, oppure indicare professionisti con competenze diverse che possono affiancare il percorso terapeutico intrapreso.

Le regole della privacy sono quelle definite nel documento da sottoscrivere in sede di primo colloquio.

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STUDIO DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

Da oltre un decennio svolgo la mia attività di psicoterapeuta privatamente presso il mio studio di Milano.
Le persone che, dopo un primo colloquio individuale, hanno i requisiti per poter essere seguite  potranno usufruire di una assistenza psicologica costante e in caso di bisogno potranno contattarmi tutti i giorni e in qualsiasi ora ad un numero privato che verrà fornito alla conclusione del primo incontro.blu psicologo milano

Formazione

  • Laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Pavia
  • Psicologo
  • Psicologo Clinico iscritto all’Albo degli Psicologi della Lombardia n. 03/12876
  • Biennio di specializzazione in psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Biennio di specializzazione in psicoterapia a indirizzo Psicodinamico
  • Psicoterapeuta
  • Iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia n. 03/12876

Chiedi informazioni adesso se pensi di avere bisogno di un aiuto: Tel. 347 7966388 – Email: info@donatosaulle.it

 Donato Saulle

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COLLABORAZIONI

Colloqui individuali e somministrazione di Test di personalità come MMPI2 e il Rorscharch con il Metodo Exner.
In particolare mi sono occupato, presso il Centro Psicosociale, dei seguenti ambiti psicologici:
disturbi di personalità
problematiche e disagi adolescenziali
ansia
panico
stress
depressione
fobie
disturbi ossessivi e compulsivi

Ho partecipato alla costruzione, presso il Dipartimento di Psicologia, di un progetto di orientamento e formazione finalizzato alla ricerca attiva di un lavoro, realizzato con modalità di consulenza individuale personalizzata, autovalutazione, costruzione del progetto professionale attraverso la conoscenza del contesto competitivo e delle tecniche di ricerca di un impiego, con somministrazione di test psicoattitudinali e motivazionali, mappatura delle competenze, orientamento e bilancio di competenze individuali.

Ho svolto la mia opera all’interno della Casa Circondariale di San Vittore principalmente nel reparto a trattamento avanzato per detenuti tossicodipendenti.
Ho acquisito le conoscenze relative alla personalità del tossicodipendente, al mondo dello schema comportamentale e dei codici affettivo-emotivi sottostanti.
Le cognizioni sul pensiero deviante-criminalizzato sono state la base per la mia partecipazione alle attività dell’area clinica e a quelle rivolte alla sfera psicologica e comportamentale delle persone detenute e della loro possibile evoluzione in relazione a dimensioni quali l’espressione delle attitudini individuali, l’ adesione al mondo delle regole e dei compiti, le capacità relazionali e eventuali risorse attivabili in vista di un futuro reinserimento.

Presidente di Commissioni d’esame presso Centri di Formazione Professionale.

Presidente di Commissioni d’esame presso Centri di Formazione Professionale.

Ho applicato le principali conoscenze della testistica (Minimal Mental State Examitation Test, Tecniche di osservazione di decadimento cognitivo), impostando una relazione corretta con il paziente e con i familiari, affrontando i principali problemi psicologici e comportamentali che il decadimento cognitivo porta con sé e ho applicato le principali tecniche di riattivazione cognitiva e della memoria (ROT, Memory training, Our Time) adattandole alle esigenze del singolo o di un gruppo di pazienti con diversi livelli cognitivi.
Ho creato le di basi per l’intervento con l’anziano sano o portatore di decadimento in relazione alla stimolazione e alla riabilitazione cognitiva prestando particolare attenzione alla diagnosi differenziale alla costruzione della relazione con il paziente e al difficile rapporto con le famiglie ed i Caregivers. Inoltre ho collaborato alla definizione del quadro diagnostico e alla stesura del Piano Assistenziale Individuale di ogni nuovo ospite.

Ho collaborato come formatore di sostegno o come psicologo in regime libero professionale alla stesura del progetto formativo di alcuni studenti e in particolar modo la mia cura era rivolta ad alunni con difficoltà cognitive e/o comportamentali attraverso un empowerment delle risorse personali per una ricerca autonoma e attiva di una occupazione (attraverso l’uso di strumenti multimediali, la stesura del curriculum, lettera di presentazione, preparazione al colloquio ecc.) e, più in generale, allo sviluppo delle competenze comportamentali e relazionali tese a favorire l’inclusione sociale e ad agevolare l’acquisizione di autonomie personali nell’organizzazione e nella gestione del proprio progetto di vita.

  • Progetto “Diversamente Giovani” per una nuova cultura dell’integrazione

Progetto pensato, elaborato e proposto a Fondazione CARIPLO che lo ha approvato e finanziato con il fine di sviluppare una nuova cultura dell’integrazione sul territorio di Milano.

Pianificazione di programmi formativi, pratici ed esperienziali di tutoring per Tirocinio obbligatorio per esame di Stato e Corso di Specializzazione di tirocinanti della Facoltà di Psicologia.

Comunità terapeutica per il recupero di persone polidipendenti e con disturbi depressivi. Ho svolto attività psicologiche e rieducative con colloqui personali e di gruppo orientate al recupero di potenzialità personali e sociali.

Comunità alloggio dedicata al trattamento di pazienti affetti da disturbi psichiatrici che necessitavano di interventi terapeutico riabilitativi o di interventi di supporto sociosanitario effettuabili in regime residenziale.
Rivolta a pazienti con difficoltà di funzionamento personale e sociale, con bisogni complessi, ivi comprese problematiche connesse a comorbidità e con necessità di interventi multi-professionali.

Donato Saulle

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PRIMO COLLOQUIO GRATUITO – SABATO 7  OTTOBRE 2023

PRIMO COLLOQUIO GRATUITO SOLO PER SABATO 7  OTTOBRE 2023

 

Solo per sabato 7 ottobre 2023 dalle ore 17:00 alle ore 19:00 viene messa a disposizione la possibilità di poter effettuare un primo colloquio psicologico gratuito presso lo Studio di Via San Vito, 6 di Milano.
E’ necessaria la prenotazione inviando una mail a:
info@donatosaulle.it
o chiamando o inviando un messaggio wathsapp al numero 3477966388
indicando:

  • nome,
  • cognome,
  • età,
  • numero di cellulare
  • mail di contatto

Per maggiori informazioni sul contenuto e sulla modalità del primo colloquio si rimanda al link:
https://www.donatosaulle.it/primo-colloquio-psicologo-milano/
www.donatosaulle.it 

Lo studio effettua solo colloqui di psicologia o di psicoterapia, individuale e di coppia, con persone maggiorenni.
Verrà sempre dato riscontro alla richiesta. Se non si riceve un riscontro alla propria richiesta durante le 24/48 ore successive si prega di cambiare la modalità del contatto perchè questo significa che la richiesta non è stata ricevuta.

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