LA RELAZIONE TERAPEUTICA DI ERICH FROMM

LA RELAZIONE TERAPEUTICA DI ERICH FROMM

“Il pensiero di Erich Fromm si colloca in una fase di snodo del pensiero del novecento e attinge a diverse radici per poter poi svilupparsi nel corso delle sue opere.

Rispetto alla psicoanalisi va detto che Fromm, inizialmente, ha un atteggiamento abbastanza devoto i confronti di Freud.

Ne legge assiduamente le prime opere e cerca soprattutto di trovare dei campi di applicazione della nascente psicoanalisi nei diversi fenomeni sociali emergenti in quel periodo storico.

E’ solo successivamente che Fromm si distanzia da Freud.

Possiamo dire che a grandi linee vi sono divergenze di fondo sia teoriche che tecnico-analitiche.

Sul piano teorico Fromm nega l’importanza del complesso di Edipo come fattore centrale per la formazione dell’identità di un essere umano.

Egli considera molto importante la “cultura materna”.

Un “matriarcato” come elemento, che a detta di Fromm, permette la nascita di una società meno alienante e più democratica.

Vi è poi, sostanzialmente, una presa di distanza nei confronti dell’idea che l’infanzia debba essere una sorta di momento traumatico nel momento della crescita.

C’è sostanzialmente un grande distanziamento rispetto alla teoria della libido e soprattutto c’è il rifiuto del dualismo pulsionale.

Cioè della pulsione di vita e di morte che sono centrali nel pensiero freudiano.

Erich Fromm l’oscuro

From verrà accusato e additato da parte di molti psicoanalisti di essersi sempre “occultato” come analista perché pur avendo praticato analisi per decenni di fatto non ha mai scritto nulla sulla tecnica analitica.

Possiamo però desumere l’atteggiamento di Fromm da altre angolazioni.

Sicuramente nel modo con cui egli concepisce la pratica clinica è centrale un cambiamento di relazione tra l’analizzatore e l’analizzato.

Il modo con cui Fromm concepisce l’analisi è una sorta di rapporto “fraterno”, di “prossimità”.

Possiamo dire che Fromm prende le distanze dalle pulsioni e pensa l’analisi come una relazione.

Una relazione che l’essere umano ha con il mondo, con gli altri e quindi anche la relazione che si sviluppa tra l’analista il suo paziente.

Se Fromm dà una grande importanza alla Società questo non accade ovviamente nel pensiero di Freud.

Se possiamo dire che l’uomo che Freud pensa è un uomo sostanzialmente “chiuso” nel senso che Freud pensa che l’uomo è sostanzialmente autosufficiente e che solo secondariamente si relaziona con gli altri.

E quando si relaziona con gli altri lo fà è per soddisfare i propri bisogni pulsionali.

Nel pensiero di Fromm invece l’essere umano è un essere umano “aperto” nel senso che fin da subito è sempre e continuamente “socializzato”.

Quindi questo modo di intendere l’essere umano permette ovviamente a Fromm di inserire all’interno del suo pensiero la centralità della Società.

Questa centralità della Società verrà poi realizzata soprattutto nel periodo in cui collabora alla Scuola di Francoforte”.

Prof. Adriano Zamperini

Adriano Zamperini insegna Psicologia sociale presso l’Università di Padova.
Fra i suoi scritti ricordiamo Psicologia sociale delle responsabilità (Utet, 1998).blu psicologo milano

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Erich From
psicoanalista tedesco, studiò a Heidelberg e a Monaco conseguendo nel 1922 il dottorato in filosofia, quindi esercitò la professione di analista presso gli Istituti psicoanalitici di Berlino e Francoforte, ove collaborò anche all’Istituto per la ricerca sociale.

Nei primi anni Trenta emigrò negli Stati Uniti.

Al centro dei suoi interessi sta la definizione di una nuova «scienza dell’uomo», capace di orientare la formazione di una personalità equilibrata nel caos culturale, nella violenza, nella solitudine che costituiscono le perversioni del totalitarismo della società contemporanea.

Opere principali:

Fuga dalla libertà (1941), Il linguaggio dimenticato (1951), Psicoanalisi della società contemporanea (1955), L’arte di amare (1956), Buddhismo zen e psicoanalisi della società contemporanea (1955), Marx e Freud (1962), Avere o essere? (1976), Grandezza e limiti del pensiero di Freud (1979).