LA PSICOTERAPIA DELLA GESTALT
La psicoterapia della Gestalt si inserisce tra le terapie umanistiche e nasce a New York nel 1950 circa dalle intuizioni di Friedrich Perls
Friedrich Perls
Friedrich Perls è uno psicoanalista tedesco, emigrato negli anni quaranta per motivi razziali in Sudafrica e poi negli Stati Uniti.
L’elemento innovativo
L’elemento innovativo, introdotto da Perls, fu di estrapolare i principi delle leggi di percezione, applicandolo ad una dimensione esistenziale ed evolutiva dell’individuo e quindi alla sua possibilità di utilizzazione in psicoterapia.
La teoria della Gestalt
era quindi, soprattutto per i suoi iniziatori, una teoria della percezione che, opponendosi all’elementarismo di Wundt e poi in forte polemica con l’associazionismo e il comportamentismo.
La teoria affermava che la percezione non consiste nella risposta di un senso specifico ma si organizza in strutture (gestalten)
Queste strutture sono costituite da una figura che è l’oggetto percepito e da un fondo che è il campo di percezione nel quale l’oggetto è situato.
La parola Gestalt
Dunque la parola Gestalt, come abbiamo visto, sottende l’idea che l’uomo non percepisce le cose come elementi distinti e sconnessi,
ma le organizza mediante il processo concettuale in insiemi significativi.
Si comprende quindi che questi concetti possono essere facilmente estesi agli aspetti cognitivi e alla psicologia umana.
Inoltre era già stato sperimentalmente dimostrato che una situazione non conclusa polarizza una carica di energia destinata a completarla rendendo la stessa energia non più disponibile per altri tipi di esperienza.
Il mancato completamento della situazione precedente, comporta un ripresentarsi ripetitivo della situazione stessa anche in luoghi e tempi successivi,
interferendo quindi con la possibilità dell’individuo di entrare efficacemente in contatto con i contesti cognitivi, emotivi e sociali in cui di volta in volta verrà a trovarsi.
La psicoterapia di Perls
Nella psicoterapia di Perls questo concetto si dilata per definire una relazione dinamica tra un soggetto e un oggetto o un’altra persona, una cosa, un sentimento.
La relazione è determinata da un bisogno del soggetto e mira alla soddisfazione di questo bisogno.
Una volta soddisfatto il bisogno, la relazione cessa e si dice che la Gestalt è terminata.
Anche nel campo dei sentimenti e delle emozioni personali si può riscontrare questa stessa modalità.
La terapeuta Marie Petit
Ecco un esempio riportato dalla terapeuta Marie Petit:
“quando sono in collera, la mia collera è la forma forte che sorge e si stacca chiaramente dal fondo costituito dai miei pensieri abituali occupando la quasi totalità di ciò che percepisco del mio campo mentale.
Così come il calore del mio viso e i miei pugni chiusi sono la forma che occupa la quasi totalità del mio campo di percezione corporea”.
Perls a questo aggiunge:
“il bisogno dominante dell’organismo, in qualunque momento, diventa la figura in primo piano e gli altri bisogni recedono, almeno temporaneamente sullo sfondo.
Il bisogno in primo piano, sia esso quello della sopravvivenza o semplicemente un qualsiasi bisogno fisiologico o psicologico è comunque quello che preme con maggiore urgenza per il proprio appagamento”.
Perls, appropriandosi in termini operativi dei concetti esposti sopra insiste soprattutto sul fenomeno della Gestalt non terminata come spiegazione del disagio psichico e sul concetto di integrazione come vera e radicale modalità terapeutica.
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