IL BUGIARDO
“La bugia del bugiardo è l’espressione della sua realtà psichica,
essa diventa un’articolazione della verità.”
IL BUGIARDO
PAGINE DI PSICOANALISI
L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *
Un mio paziente, Jonathan, mi presenta spesso una scena tipica del fenomeno che intendo trattare in questo capitolo.
Jonathan arriva tardi al lavoro perché ha violentemente litigato con la moglie. Il capo gli chiede spiegazioni. Lui risponde che non crederà a quello che gli è successo.
E’ uscito di casa come, al solito, in tempo per arrivare in ufficio, quando è stato fermato dalla polizia.
Il poliziotto ha chiamato rinforzi e dopo pochi minuti c’erano alcune camionette intorno alla sua macchina.
Era paralizzato dal terrore, ma allo stesso tempo animato da una curiosità indignata per quello che gli stava capitando.
Le sue modeste lamentele vengono tacitate dalla logica grottesca del fatto. Viene trasferito su una camionetta con le manette ai polsi.
Senza digli una parola, i poliziotti lo portano in commissariato, dove viene messo in cella di isolamento.
Dopo quello che gli era sembrata una eternità, ma che probabilmente è stata solo un’ora, un commissario ben vestito entra nella cella. Si scusa dicendo che c’è stato un errore e che è libero di andarsene.
Viene accompagnato con una auto-civetta fino alla macchina, che era rimasta nel posto in cui era stato fermato, e a quel punto può arrivare in ufficio.
Mentre mi racconta questa storia, mi dice che quasi non riusciva a credere che il suo capo fosse così credulone e prendesse per vera questa storia.
“Questa storia somiglia a un film giallo da due soldi, o a una versione di quart’ordine di qualche libro di Kafka.
Non so perché gliel’ho raccontata. Avrei potuto dire che avevo forato. Invece ho scelto questa storia esotica e il povero fesso ci ha creduto.
Mi ha creduto.
Vede, finchè riuscirò a cavarmela in questo modo non avrò problemi.
Cos’è la realtà se posso fare cose del genere? Non mi devo preoccupare delle cose che non mi piacciono.”
LA FUNZIONE DELLA BUGIA
E’ questa dunque la funzione della bugia del bugiardo psicopatico: negare la realtà?
Se lo psicopatico, che mente tanto quando dice la verità o anche più spesso, usa la presenza di un’apparente normalità nel suo rapporto con la bugia, cosa c’è di folle in questa attività?
Dov’è la pazzia?
Nel contenuto della bugia?
Nel rapporto del bugiardo con l’altro, a cui si racconta la bugia?
Con Jonathan gli psicoanalisti si trovano di fronte, come con tutti i bugiardi psicopatici, a un dilemma paradossale.
Dato che la bugia del bugiardo è l’espressione della sua realtà psichica, essa diventa un’articolazione della verità a cui diamo tanta importanza e ci si chiede perché di tutte le bugie possibili da raccontare il bugiardo racconta quella che sceglie di raccontare.
Jonathan ha certamente mentito su ciò che gli è successo in realtà, ma ha forse mentito sulla sua realtà psichica?
Visto che sappiamo che ha fatto tardi al lavoro perché la moglie ha minacciato di lasciarlo, vediamo che la sua bugia esprime la paura in relazione alla minaccia ricevuta.
La minaccia potrebbe aver fatto nascere in lui il desiderio di uccidere la moglie, mantenendo in questo modo il possesso dei figli, pensiero questo che ha già avuto più volte di recente.
Avrebbe potuto essere arrestato e processato per omicidio.
Ma nella sua bugia, lo liberano, viene dimostrata la sua innocenza.
Non è successo niente.
E’ possibilissimo che il commissario ben vestito che lo libera dalla detenzione potenziale sia la personificazione di una percezione transferale di me, perché spesso Jonathan mi ha visto come una persona con una collocazione precisa nella realtà, che potrebbe liberarlo dalla sua pazzia.
LA BUGIA COME METAFORA
IL BUGIARDO PSICOPATICO
Jonathan dice che le bugie gli vengono in mente in modo improvviso, le dice ancora prima di poterle controllare coscientemente.
Dichiara anche di sentirsi grato per questa sua capacità di mentire, anche se naturalmente è ben consapevole del pericolo potenziale a cui lo espongono le bugie.
Solo mentendo può sentire un senso di realtà personale.
Solo con le bugie emergono i suoi sentimenti sulla realtà.
In questo senso la bugia del bugiardo (e d’ora in poi mi riferirò solo ed esclusivamente alle bugie del bugiardo psicopatico) è una metafora.
Una verità convenzionale e l’atteggiamento convenzionale nei confronti del dire la verità vengono violati dalla logica rivoluzionaria della metafora.
Un semplice confronto tra la similitudine e la metafora chiarisce quanto sia più sconvolgente ed evocativa la rappresentazione metaforica della similitudine.
Se Jonathan avesse detto che il viaggio fino in ufficio era stato come essere incarcerato, avrebbe fatto un confronto esplicito tra i fatti reali e i sentimenti e pensieri corrispondenti derivanti dalla realtà psichica.
Ma l’omissione nella logica metaforica del legame “come se” fornito dalla similitudine annulla i modi normali di esprimere le verità che si sono formate in rapporto alla realtà.
La metafora è una modalità evocativa.
Una immagine insolita o una giustapposizione impossibile vengono usate per dire una verità che è difficile mettere in termini realistici e descrittivi.
E’ fuorviante separare la logica della metafora dalla sua funzione evocativa: essa stravolge o sorprende l’oggetto.
Allo stesso modo funziona la bugia del bugiardo.
Essa dà anche una strana sensazione al soggetto che parla nella logica della metafora o al soggetto che articola la sua verità nella bugia.
La sfida della rappresentazione metaforica libera sia un significato inconscio sia l’affetto collegato a questo significato.
La bugia del bugiardo psicopatico gli permette di credere di dire la verità, come se ciò che sta dicendo gli sembrasse talmente più veritiero dei fatti che sono successi in realtà da renderlo praticamente incapace di evitare di dire una bugia.
Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO– Cell. 3477966388
Fonte: L’OMBRA DELL’OGGETTO – Psicoanalisi del conosciuto non pensato.
Cristopher Bollas
Raffaello Cortina Editore *
Il presente post ha il solo scopo di divulgare il libro da cui è tratto senza scopo di lucro.