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IL POSTO SBAGLIATO

IL POSTO SBAGLIATO

A volte
se nasci nel posto sbagliato
ti fanno diventare cattivo
ma se nasci buono
non ce la fanno…
resti nel mezzo.

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IL CROLLO – Intervista a Charlie Sheen

IL CROLLO – Intervista a Charlie Sheen  

“Qualcuno doveva venire da te…”

“ma chi mi vuole?

Lucido sono noioso…”

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LETTERA DI LÀ DAL MARE

LETTERA DI LÀ DAL MARE

E il passo perde il tempo
E niente sembra vero
Mai nessun temporale potrà lavare
Le nostre ferite dal sale
Amore,
vedi,
così buio è questo mare
Troppo grande per
non tremare.
La terra è un sogno altrove
Ma in un punto del viaggio
la pioggia cadrà
su ogni paura ed oltraggio
Non tremare

https://youtu.be/g8trOgS0snE?sub_confirmation=1

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Lettera di là dal mare è un singolo del cantante italiano Massimo Ranieri, pubblicato su etichetta discografica Ra.Ma 2000 International.
L’autore della canzone è Fabio Ilacqua.

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Il presente post ha il solo scopo di divulgare il libro e/o il film da cui è stato tratto senza scopo di lucro.

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LE CONSEGUENZE DEL DESIDERIO

LE CONSEGUENZE DEL DESIDERIO

Il carattere enigmatico
e angosciante
del desiderio ha come conseguenza, nell’isteria, un comportamento di sottrazione (dérobade):
il soggetto alimenta il desiderio o provoca il desiderio e poi si sottrae.
[…]
Sino al momento in cui il desiderio alimenta un’immagine narcisistica o un’immagine fallica,
il desiderio significa: «sono desiderabile».
Ma appena entra in gioco qualcosa di enigmatico nel desiderio dell’Altro,
ovvero nel momento in cui entra in gioco la causa del desiderio dell’Altro,
esso diventa angosciante.
[…]
«Ti amo ma, poiché inspiegabilmente, io amo in te qualcosa più di te,
[…] io ti mutilo».
Nell’isteria la persona è pronta ad alimentare il desiderio ma si sottrae come oggetto di godimento.

Tratto da:
R. Cavasola (2013),
“L’isteria, la depressione e Lacan”

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https://youtu.be/myXCf-qmbxI?sub_confirmation=1

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RIAPERTURA STUDIO GENNAIO 2022

RIAPERTURA STUDIO GENNAIO 2022

E’ possibile riprendere, dal 10 gennaio, le sedute in studio.
Il personale ha effettuato il ciclo completo consistente nelle previste 3 vaccinazioni contro il Covid (SARS-CoV-2).

Per chi lo desidera saranno fornite in studio le mascherine di tipo Ffp2 gratuitamente.
Non verrà chiesto ai pazienti di esibire il Green Pass e verrà rispettata la libera scelta di chiunque.
Tuttavia verranno poste in essere tutte le precauzioni per far sì che l’ambiente sia considerato un luogo sufficientemente sicuro e la seduta non possa essere considerata come “contatto stretto” o “a rischio”.

A tal fine verranno osservate tutte le precauzioni previste, ad esempio;
distanza tra le persone maggiore di 2 metri,
areazione costante del locale e uso di mascherine idonee (sarà comunque valutata l’opportunità di derogare, in particolari situazioni, all’uso della mascherina da parte del paziente in fase di colloquio).
Sarà inoltre garantita la sanificazione pre e post seduta dell’ambiente.

E’ preferibile fissare appuntamenti il sabato pomeriggio, oltre al lunedi il martedi e il giovedi in orari da concordare.

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BUON ANNO 2022

BUON ANNO 2022

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IL PRINCIPIO DI INDIVIDUAZIONE

IL PRINCIPIO DI INDIVIDUAZIONE SECONDO JUNG

“In ogni caos c’è un cosmo,
in ogni disordine un ordine segreto

C. G. Jung

“Riprendiamo una considerazione che deriva proprio dal superamento del modello medico da parte di Jung.

Jung superando il modello medico non concepisce più dei parametri di sanità e malattia come tradizionali nella psicologia freudiana.

Jung si disinteressa a dei parametri precostituiti.

Proprio perché cerca di capire in che direzione va ogni singola psiche, egli si trova, poco alla volta, a costruire quello che chiamerà, in principio, il “cammino della individuazione”, che prende a modello naturalmente anche qui tanti racconti sia storici che archetipici.

Le persone più complesse e più creative e non si accontentano dei modelli precostituiti e cercano la propria strada.

Quello che Jung chiama “individuazione” e cioè trovare i propri singoli parametri.

Naturalmente Jung (che nella propria vita era piuttosto attento all’ordine costituito) dice che la ricerca dell’individuazione ha senso soltanto quando l’individuo sia già riuscito ad adeguarsi alle norme della società.

Non può esserci fin dall’inizio in uno sviluppo della persona individuale uno sviluppo diciamo così “anarchico”, senza criteri e con valori esclusivamente individuali.

Tuttavia una volta pervenuti alla soddisfazione dei parametri che la società impone agli individui, le persone che ancora cercano qualcosa nella vita, si trovano a criticare o comunque a disendentificarsi dai parametri esclusivamente oggettivi e collettivi e a cercare qualcosa di più personale.

Oggigiorno diremmo ad esempio che i modelli e i parametri proposti da media e televisione non sono più  soddisfacenti per molte persone e quindi lo stadio successivo del processo di individuazione sarà quello di trovare quali sono gli scopi e il senso di quella vita.

Non dando fastidio agli altri non costituendosi come persona distruttiva ma nemmeno omologata alle istanze identitarie create dall’esterno”.

Prof. Luigi Zoja

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Carl Gustav Jung

(1875 – 1961) è stato uno psichiatra, psicoanalista, antropologo, filosofo e accademico svizzero.
E’ stato una delle principali figure intellettuali del pensiero psicologico, psicoanalitico e filosofico.
La sua tecnica e teoria, di derivazione psicoanalitica, è chiamata “psicologia analitica” o “psicologia del profondo”, più raramente “psicologia complessa”.
Il suo orientamento amplia la ricerca analitica dalla storia del singolo alla storia della collettività umana. C’è un inconscio collettivo che si esprime negli archetipi, oltre a un inconscio individuale (o personale). La vita dell’individuo è vista come un percorso, chiamato processo di individuazione, di realizzazione del sé personale a confronto con l’inconscio individuale e collettivo.

Prof. Luigi Zoja

(Varese, 19 agosto 1943) è uno psicoanalista e sociologo italiano. Ha compiuto le sue prime ricerche sociologiche nella seconda metà degli anni sessanta e ha poi studiato presso il C.G. Jung Institut di Zurigo.

IL FUTURO SECONDO JUNG

IL FUTURO SECONDO JUNG

“L’uomo cresce secondo la grandezza del suo compito
C. G. Jung

“Chiediamoci adesso in che direzione procede la psicologia junghiana comprendendo che essa tende a porsi sempre di più come psicologia generale che osserva tutta la cultura e a distaccarsi dal modello medico e dal modello delle scienze tradizionali.

Possiamo completare quello che abbiamo detto fino adesso ricordando due principi che Jung ripete spesso: la psicologia è – e non è – una scienza.

Più precisamente Jung dice che la psicologia deve abolirsi come scienza.

Ed è solo abolendosi come scienza che raggiungerà pienamente il suo scopo scientifico.

Naturalmente dobbiamo interpretare questa frase, intendendo che, la psicologia, può dare un grande contributo conoscitivo e diremmo oggi che usiamo molto una distinzione all’interno delle scienze, tra scienza in senso stretto, scienze naturali cioè e scienze umane. Oggi diremmo che la psicologia raggiungerà il suo scopo scientifico, cioè il suo scopo conoscitivo in quanto scienza umana, quando non cade nell’equivoco e nell’ingenuità di presentarsi come una scienza in senso stretto. Come una scienza esatta.

Nel senso della chimica, per esempio, dove mettendo una certa quantità di certi elementi assieme si ottiene sempre quel certo risultato.

La psicologia dipende dalla individualità di ogni psiche che è sempre un poco diversa l’una dall’altra.

Qui vorrei ricordare l’altra frase ripetuta da Jung e l’altro principio che egli enuncia a questo proposito, e cioè che la psiche non possiede un “punto di Archimede” cioè un punto d’appoggio esterno a se stessa.

Nella chimica c’è il laboratorio e c’è l’osservatore, mentre quello che è fondamentale per la psicologia è che si tratterà sempre di una mente, di un sistema psichico, che osserva se stessa.

Il modello freudiano ovviamente risente fortemente ancora dell’aspirazione di Freud a creare un’altra scienza, simile alla medicina, simile alle scienze in senso stretto e quindi procede casualisticamente.

Le sofferenze, le nevrosi, che noi sperimentiamo da adulti vanno ricercate in certe origini, in certe esperienze patologiche che l’individuo ha sofferto durante l’età dello sviluppo.

Jung non si chiede soltanto da dove viene il movimento psichico che stiamo osservando, nel paziente o nella collettività, ma si chiede anche in che direzione va.

Cioè la psicologia di Jung è spesso stata descritta come teleologica o finalistica.

Per capire cosa sta facendo un individuo non basta chiedersi da dove viene e cosa è avvenuto nel passato ma ci chiediamo anche che tipo di futuro l’individuo cerca di costruire

Quindi ci si chiede che senso hanno anche gli inciampi, le nevrosi, le difficoltà che si creano nella vita di un individuo e che cosa sta cercando di raggiungere quella persona”.

Prof . Luigi Zoja

Prof . Luigi Zoja è uno psicoanalista e sociologo italiano.
Ha compiuto le sue prime ricerche sociologiche nella seconda metà degli anni sessanta e ha poi studiato presso il C.G. Jung Institut di Zurigo.

 

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https://youtu.be/iQs2rXqqQ4s?sub_confirmation=1

LA RELAZIONE TERAPEUTICA DI ERICH FROMM

LA RELAZIONE TERAPEUTICA DI ERICH FROMM

“Il pensiero di Erich Fromm si colloca in una fase di snodo del pensiero del novecento e attinge a diverse radici per poter poi svilupparsi nel corso delle sue opere.

Rispetto alla psicoanalisi va detto che Fromm, inizialmente, ha un atteggiamento abbastanza devoto i confronti di Freud.

Ne legge assiduamente le prime opere e cerca soprattutto di trovare dei campi di applicazione della nascente psicoanalisi nei diversi fenomeni sociali emergenti in quel periodo storico.

E’ solo successivamente che Fromm si distanzia da Freud.

Possiamo dire che a grandi linee vi sono divergenze di fondo sia teoriche che tecnico-analitiche.

Sul piano teorico Fromm nega l’importanza del complesso di Edipo come fattore centrale per la formazione dell’identità di un essere umano.

Egli considera molto importante la “cultura materna”.

Un “matriarcato” come elemento, che a detta di Fromm, permette la nascita di una società meno alienante e più democratica.

Vi è poi, sostanzialmente, una presa di distanza nei confronti dell’idea che l’infanzia debba essere una sorta di momento traumatico nel momento della crescita.

C’è sostanzialmente un grande distanziamento rispetto alla teoria della libido e soprattutto c’è il rifiuto del dualismo pulsionale.

Cioè della pulsione di vita e di morte che sono centrali nel pensiero freudiano.

Erich Fromm l’oscuro

From verrà accusato e additato da parte di molti psicoanalisti di essersi sempre “occultato” come analista perché pur avendo praticato analisi per decenni di fatto non ha mai scritto nulla sulla tecnica analitica.

Possiamo però desumere l’atteggiamento di Fromm da altre angolazioni.

Sicuramente nel modo con cui egli concepisce la pratica clinica è centrale un cambiamento di relazione tra l’analizzatore e l’analizzato.

Il modo con cui Fromm concepisce l’analisi è una sorta di rapporto “fraterno”, di “prossimità”.

Possiamo dire che Fromm prende le distanze dalle pulsioni e pensa l’analisi come una relazione.

Una relazione che l’essere umano ha con il mondo, con gli altri e quindi anche la relazione che si sviluppa tra l’analista il suo paziente.

Se Fromm dà una grande importanza alla Società questo non accade ovviamente nel pensiero di Freud.

Se possiamo dire che l’uomo che Freud pensa è un uomo sostanzialmente “chiuso” nel senso che Freud pensa che l’uomo è sostanzialmente autosufficiente e che solo secondariamente si relaziona con gli altri.

E quando si relaziona con gli altri lo fà è per soddisfare i propri bisogni pulsionali.

Nel pensiero di Fromm invece l’essere umano è un essere umano “aperto” nel senso che fin da subito è sempre e continuamente “socializzato”.

Quindi questo modo di intendere l’essere umano permette ovviamente a Fromm di inserire all’interno del suo pensiero la centralità della Società.

Questa centralità della Società verrà poi realizzata soprattutto nel periodo in cui collabora alla Scuola di Francoforte”.

Prof. Adriano Zamperini

Adriano Zamperini insegna Psicologia sociale presso l’Università di Padova.
Fra i suoi scritti ricordiamo Psicologia sociale delle responsabilità (Utet, 1998).blu psicologo milano

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Erich From
psicoanalista tedesco, studiò a Heidelberg e a Monaco conseguendo nel 1922 il dottorato in filosofia, quindi esercitò la professione di analista presso gli Istituti psicoanalitici di Berlino e Francoforte, ove collaborò anche all’Istituto per la ricerca sociale.

Nei primi anni Trenta emigrò negli Stati Uniti.

Al centro dei suoi interessi sta la definizione di una nuova «scienza dell’uomo», capace di orientare la formazione di una personalità equilibrata nel caos culturale, nella violenza, nella solitudine che costituiscono le perversioni del totalitarismo della società contemporanea.

Opere principali:

Fuga dalla libertà (1941), Il linguaggio dimenticato (1951), Psicoanalisi della società contemporanea (1955), L’arte di amare (1956), Buddhismo zen e psicoanalisi della società contemporanea (1955), Marx e Freud (1962), Avere o essere? (1976), Grandezza e limiti del pensiero di Freud (1979).

IL SASSO SUL CUORE

IL SASSO SUL CUORE

Chi è?
Ma guardatelo adesso
con quell’aria da stiro
e ti ammiro.
Chi è?
Ama solo se stesso
e si porta ogni tanto
un pò in giro.
Così
starò tutta la vita
a levargli quel sasso dal cuore
perché
quando arriva quell’ombra
lui confonde
la gioia e il dolore.
Ma tu
non lasciargli la mano
forse è solo questione d’amore.

Testo tratto da: “Canzone in cerca di autore” di Roberto Vecchioni
Immagine di Manuel Gallo

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