Articoli

IL SENTIMENTO DELLA VERGOGNA

IL SENTIMENTO DELLA VERGOGNA

“Il fondamento della vergogna non è il nostro sbaglio personale,
ma che tale umiliazione sia visibile a tutti.”

Milan Kundera.

Il senso della vergogna viene descritto come:
– un turbamento o senso di indegnità avvertito dal soggetto che presume di ricevere, o effettivamente riceve, una disapprovazione del suo stato o di una sua condotta da parte degli altri,
– un senso improvviso e sgradevole di nudità, di sentirsi scoperti, spogliati, smascherati,
– un senso di paralisi, di blocco, un sentirsi irrigiditi, pietrificati,
– il conseguente desiderio di sparire, di sprofondare, di diventare invisibili.

La sensazione generale che ne deriva è una sorta di profondo turbamento, di disorientamento, di confusione, desiderio di fuga e di blocco dell’azione.
La vergogna è conseguente ad una sensazione di smascheramento: viene violato ciò con cui ci si copre per proteggere l’intimità del proprio sé e l’immagine diventa improvvisamente evidente all’occhio esterno, alla vista degli altri; ci si percepisce nudi, esposti allo sguardo altrui, visti per come si è e non ci si sarebbe voluti mostrare.
Spesso l’individuo mette in atto modificazioni nello stile di vita di relazione che tendono a limitare la libertà di azione, per timore di dover fare i conti con questa condizione emotiva disagevole.
Centrale quindi nello sviluppo e nel mantenimento del problema è la paura del giudizio dell’altro, probabilmente per le esperienze precoci di invalidazioni di vissuti emotivi fondamentali.
Questi sentimenti dolorosi hanno come conseguenza l’orientarsi verso stili di vita caratterizzati da timidezza e distacco dagli altri.

Una caratteristica specifica della vergogna è il suo carattere instabile e aleatorio che la rende talvolta più difficile da cogliere e riconoscere rispetto ad altre emozioni: è una emozione episodica, in cui non si resta a lungo, che tende piuttosto a trasformarsi in altre emozioni simili (rabbia, colpa, invidia, ansia).
Funziona prevalentemente per accessi, del tipo tutto o nulla e tende a coinvolgere globalmente il sé.
Inoltre presenta un carattere di contagio e di transitività: si prova vergogna per essersi vergognati, si prova speculare vergogna o imbarazzo di fronte all’improvviso vergognarsi di qualcuno, ci si vergogna di parenti o amici.
Queste caratteristiche rendono difficile l’ascolto della vergogna e quindi la sua reale e profonda accoglienza e accettazione da parte di chi la sperimenta: si tende più facilmente a fuggirlo.

Vergognarsi del proprio corpo, della sua forma, della sua goffaggine o rigidità di movimento è un modo piuttosto immediato attraverso cui si esprime la vergogna di sé, la non accettazione, l’autogiudizio e l’autocondanna.
L’intensità del vissuto di vergogna è variabile: quando è sentita come insopportabile la vergogna viene nascosta o più spesso camuffata in rabbia, odio, a volte invidia o depressione, apatia, ritiro.
Inoltre la vergogna si pone sul crinale tra intrapsichico ed interpersonale: si tratta infatti di un sentimento che riguarda contemporaneamente la sfera della massima intimità dell’individuo e della sua interiorità, il senso di sé e le sofferenze e i disagi ad esso connesse, la dimensione relazionale e sociale in quanto concerne i vissuti relativi al sentirsi visti dall’altro.
Quindi il senso di vergogna mette in relazione l’esperienza intrapsichica con quella interpersonale, la sfera narcisistica e la sfera cosiddetta oggettuale, ponendosi su un terreno di mediazione tra i due versanti, che del resto sono sempre intimamente intrecciati.

Sul piano interpersonale la vergogna è spesso associata ad un atteggiamento di sottile competizione, in cui io mi percepisco irrimediabilmente perdente, mentre l’altro – generalmente un altro significativo – diventa luogo di proiezione dei vari aspetti del mio sé ideale.

Un’altra manifestazione che tende a difendere il sé dalla vergogna è la rabbia. Questa si presenta come un bisogno incoercibile di vendicare un torto vissuto, come una ferita narcisistica allo sviluppo affettivo del sé, che ha generato un profondo senso di umiliazione (Kohut, 1971). Molte volte la rabbia si presenta in forme più sottili, ad esempio attraverso il sarcasmo o l’ironia, ed ha la funzione di far provare all’altro il senso di umiliazione e vergogna che si è sperimentato.

Alcuni psicoanalisti americani  hanno descritto il cosiddetto “ciclo della vergogna-rabbia”: in questo ciclo accade che ci si vergogna di se stessi, del proprio essere troppo passivi, incapaci o comunque difettosi rispetto a qualcun altro, e che tale vergogna produce un ritiro in se stessi, ma anche risentimento e  rabbia  verso l’altro contro cui ci si scaglia, almeno mentalmente. Questa aggressione genera colpa, ulteriore ritiro e quindi aumento di vergogna, per cui il ciclo alimenta se stesso.
Per quanto riguarda la relazione interpersonale, quando è presente il senso di vergogna, si tratta di una relazione che non è, o non è ancora, reciproca, intersoggettiva, dove l’uno e l’altro siano percepiti entrambi soggetti, con uguale diritto di esistenza, pur nella diversità, bensì di una relazione fortemente asimmetrica, del tipo soggetto-oggetto, dove l’Altro, quello vincente, da cui ci si sente guardati (male) è il Soggetto, percepito come giudicante, sprezzante, svilente nei confronti dell’oggetto che sta osservando, quell’oggetto fallito, difettoso, insignificante, patetico e ridicolo che è esattamente ciò con cui chi prova vergogna si sta identificando.
La vergogna sta qui ad indicare lo scacco subito, il senso di indegnità avvertito da chi riceve, o presume di ricevere, un disconoscimento grave rispetto al proprio essere.
Interessante a questo proposito è l’interpretazione filosofica che J.P. Sartre dà della vergogna.
Egli riconduce la vergogna al puro e semplice fatto di essere esposti allo sguardo dell’altro, cosa che, rendendoci oggetto di osservazione da parte di un soggetto altro, ci deruba della nostra soggettività, per ridurci ad oggetto del suo spettacolo.
La vergogna scrive “non è il sentimento di essere questo o quell’oggetto criticabile; ma in generale di essere un oggetto, cioè di riconoscermi in quell’essere degradato, dipendente, cristallizzato che sono io per gli altri. La vergogna è il sentimento della caduta originale, non del fatto che che abbia commesso questo o quell’errore, ma semplicemente del fatto che sono caduto nel mondo, in mezzo alle cose, e che ho bisogno della mediazione degli altri per essere ciò che sono”.
Il sentimento di vergogna, sia quella che subiamo e sia quella che, più o meno inconsciamente, tendiamo ad indurre e ad alimentare, può gradualmente ridurre i suoi effetti invalidanti, nella misura in cui favoriamo il crescere, nelle nostre relazioni, della consapevolezza e dell’attenzione per la propria e l’altrui soggettività.
La consapevolezza cioè del fatto che pur essendo in questo momento oggetto del mio sguardo, l’altro continua a mantenere una propria autonomia, una propria soggettività, che fa sì che esso non si esaurisca mai totalmente in ciò che io vedo.
Mantenere la consapevolezza del mistero che ciascun soggetto continua ad essere, per se stesso e per l’altro, della molteplicità di aspetti che non sono mai del tutto evidenti ed oggettivi, la consapevolezza cioè di uno svelamento ulteriore sempre possibile e mai completamente esaurito.
E qui torna spontaneamente ad imporsi all’attenzione quell’aspetto della vergogna che sembra portare in sé il passaggio evolutivo di affermazione della soggettività che spinge a difendere il proprio Sé, e di conseguenza quello altrui, da intrusioni invasive nella sfera dell’intimità.
Ci sono identità socialmente considerate deplorevoli, ( i “capri espiatori” ) che sono spesso identificati per razza, classe sociale, cultura di origine, etnia di appartenenza e orientamento sessuale, che hanno il fine di scaricare la frustrazione comune per mantenere il precario equilibrio di società e di persone scarsamente evolute.
All’interno di queste identità sociali il sentimento della vergogna può essere più o meno forte, più o meno esplicito e può nascondersi anche dietro marcate dichiarazioni di appartenenza.
Questo sentimento di vergogna è anche inevitabilmente la risposta ad uno sguardo purtroppo oggettivante di chi, sentendosi “il Soggetto” tende a rendere l’altro “cosa”, spogliandolo del suo diritto di soggetto.
Credo sia necessario riconoscere la responsabilità dello sguardo, del modo di guardare, di pensare e di parlare a noi stessi, all’altro, al mondo, con il fine di ridurre “l’effetto Gorgone” da cui siamo circondati, ovvero “lo sguardo che pietrifica”, immagine simbolicamente evocativa della sofferenza connessa al sentimento della vergogna.

 

ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

Dott. Donato Saulle

meccanismi psicologo milano

 

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milano

Fonti:
Agnese Galotti -Vergogna e immagine di sè
http://www.geagea.com/52indi/52_08.htm
Umberto Galimberti – Psicologia – Garzanti
Meterangelis G. – La Vergogna e le organizzazioni narcisistiche patologiche (2011)
“Rifugi della Mente – Processi di sviluppo”
Immagine: Ricardo Cinalli – Risurrezioneblu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milano

Tag.
Psicologia, Psicoterapia, Vergogna, Psicologo Milano

 

L ARMONIA PERFETTA 1

L’ARMONIA PERFETTA – Mente e natura

L’ARMONIA PERFETTA – Mente e natura

Nonostante le differenti interpretazioni che si riscontrano nelle varie culture ed epoche storiche, i colori (come abbiamo visto in un post precedente sulla psicologia dei colori) rappresentano in ogni area geografica e a ogni livello di conoscenza uno dei livelli più significativi della lettura simbolica del mondo esteriore e interiore. Per ciascuna cultura e per ciascun individuo ogni colore assume un certo significato ed esercita un certo effetto connesso a immagini, contenuti, figurazioni ed emozioni che il soggetto percepisce anche se non conosce.

In alcune tribù Balinesi si usa definire l’infinita gamma di colori in due modi: i colori chiari e i colori scuri. Scrive l’antropologo G.Bateson in Mente e Natura: “in tutte le forme di pensiero, anche se in qualcuna di più e in qualcuna di meno, c’è una fortissima tendenza a pensare e a parlare come se il mondo fosse costituito da parti separabili. Tutti i popoli del mondo, tutti i popoli esistenti e conosciuti hanno qualcosa che somiglia a una lingua e sembra che tutte le lingue si basino su una rappresentazione particellare dell’universo. Tutte le lingue hanno qualcosa di simile ai nomi e ai verbi, che isolano oggetti, enti, eventi, esperienze e astrazioni. In qualunque modo si esprima, la differenza suggerisce sempre delimitazioni e confini, produce conflitti e procura inutili soffferenze.

Se i nostri mezzi per descrivere il mondo scaturiscono da nozioni di differenza, allora la nostra immagine dell’universo non può che essere particellare.

Diffidare quindi della lingua e credere nella sostanziale unità dell’essere diventa un atto di fiducia.

Quando parliamo dell’universo non possiamo far altro che darne descrizioni suddivise. Ma queste suddivisioni in confini, in parti nominabili, possono essere fatte in tanti modi. Alcuni migliori, altri peggiori. A volte in buonafede a volte in mala-fede.

Chi delimita confini e marca diversità esprime una visione primitiva e parziale del mondo.

Come dice W. Blake in The Gost of Abel: “la natura non ha contorni”.

Dott. Donato Saulle

meccanismi psicologo milano

blu psicologo milanoPsicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milanoTratto da:
Bateson Gregory – Mente e natura –  Psicologia – Adelphi Editore
Bateson Gregory – Una sacra unità. Altri passi verso un’ecologia della mente –  Psicologia – Adelphi Editore
Galimberti Umberto – Psicologia – Garzanti
https://it.wikipedia.org-psicologia
Modelli di psicologia – Il Mulino
Immagine: Piet Mondrian | Armonia Perfetta
Immagine di copertina: Piet Mondrian | Armonia Perfetta (modificata)blu psicologo milanoTag. Psicologia, psicologia del colore, Armonia perfetta, Mente e natura, Il test dei colori, psicologia dell’arte

blu psicologo milano

LA SICUREZZA DEGLI OGGETTI

LA SICUREZZA DEGLI OGGETTI

Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”
C.G. Jung

“Ricostruendo, attraverso la psicoterapia, la sua storia al di fuori delle lusinghe narcisistiche dell’autobiografia, il soggetto riordina le contingenze passate attribuendo loro il senso di necessità future.

Connettendo passato e futuro la storia si fa progetto senza scadere nel delirio onnipotente.
Il tempo del soggetto è dunque il futuro anteriore, quel “sarà stato” che scandisce la terapia.

Solo attraverso l’esaustione di tutte le impossibilità il soggetto accede a quei pochi gradi di libertà con i quali può esercitare il suo residuo potere”.
Silvia Vegetti Finzi

“La sicurezza degli oggetti”

è un film del 2001 diretto da Rose Troche.

In un sobborgo americano le esistenze di quattro famiglie si incrociano.

Le vite di tutti si incroceranno solo per scoprire di essere determinate più dal possesso di determinati oggetti che dalla propria affettività.

Una folla di protagonisti recitati da bravi attori, una sceneggiatura ben strutturata negli incroci apparentemente casuali dei vari destini.

I protagonisti sono moderni disadattati, divenuti affettivamente analfabeti, che cercano tuttavia di aggrapparsi a quello che hanno per dare un senso alle proprie vite ma senza trovare il coraggio di approfondire sè stessi.

Sono persone perbene, della classe media, con belle case, tanti oggetti, eppure sentono la mancanza di qualcosa di fondamentale.

Manca per esempio la trasparenza dei sentimenti, che risultano opachi a sé e agli altri e manca la consapevolezza del proprio spessore psicologico, come manca il possesso di affetti, anziché di cose, mentre ci sarebbe – e invece si spreca – il tempo di condividere esperienze con gli altri.

Concentrandosi su alcuni episodi significativi delle loro esistenze, il film ci restituisce così brandelli di una vita alienata, descritta con uno stile minimalista, attento ai particolari minori, solo apparentemente insignificanti, e lo fa però con calore umano e autentica capacità di empatia nei confronti dei protagonisti.

Perché l’insensatezza è di questo mondo e riguarda in fondo tutti noi, in particolar modo quando abbiamo paura di incontrare noi stessi e non riusciamo a trovare la forza di approfondire le forze inconsce che ci abitano e che hanno un peso enorme sulle nostra vita agendo al di fuori della consapevolezza.

E’ forse questa paura la fonte di tante vite che dall’esterno appaiono assurde, senza un senso, le vite “a caso”, destinate ad accartocciarsi  in un finale tanto prevedibile agli altri quanto incomprensibile a sè stessi.

Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO– Cell. 3477966388BLU
Fonti:
mymovies.it
Amazon – La sicurezza degli oggetti
Immagine:
“Ieweled Infinite” di Rafael Araujo

Le logiche della comunicazione di paul grice

LE LOGICHE DELLA CONVERSAZIONE DI PAUL GRICE

LE LOGICHE DELLA CONVERSAZIONE

“Un comportamento definito “folle” può essere l’unica reazione possibile ad un ambiente in cui si comunica in maniera assurda e insostenibile”
Paul Watzlawick

Herbert Paul Grice

(1913 – 1988) è stato un filosofo inglese, docente dapprima a Oxford e successivamente a Berkeley.

Egli ha dato un enorme contributo alla teoria della comunicazione.

Le logiche della conversazione

Grice ha fissato regole fondamentali alla conversazione fra individui soggetti al principio di cooperazione che dice:

«Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato».

Il principio di cooperazione è dunque una convenzione sociale e culturale la quale ci aiuta a interpretare il significato contestuale di un enunciato, ovvero la sua implicatura conversazionale.

Le regole di cooperazione sono quattro

Le regole di cooperazione sono quattro e vanno sotto il nome di massime conversazionali e osservano questi principi:

– quantità (“Dai un contributo appropriato sotto il profilo della quantità di informazioni”)

– qualità (“Non dire cose che credi false o che non hai ragione di credere vere”)

– relazione (“Dai un contributo pertinente ad ogni stadio della comunicazione”)

– modo (“Esprimiti in modo chiaro, breve, ordinato”).

Implicature conversazionali

E’ comunque ovvio che queste massime possono essere violate o sfruttate secondo gli scopi comunicativi.

Il comportamento derivante dalla loro osservanza, violazione o sfruttamento – genera delle implicature conversazionali le quali sono:

«informazioni supplementari derivanti dal confronto di ciò che il parlante ha detto con la sua supposta aderenza al principio di cooperazione e alle massime».

Ad esempio, se al mio interlocutore dico: “Quella persona è sgradevole vero?”, e questi replica:  “Che bella giornata oggi, non è vero?”, dal fatto che egli non sta rispettando la massima della relazione (la sua risposta manca di pertinenza), e dall’assunto che stia comunque rispettando il principio di cooperazione (non ho motivo per ritenere l’opposto) – inferisco che la violazione della massima è deliberata e non accidentale: la sua conversazione quindi implica che egli non voglia pronunciarsi sulla persona in questione.

A partire dal 1975, molti sono stati i linguisti e i filosofi che hanno raccolto l’insegnamento di Grice, sviluppandolo in varie direzioni.

Questa teoria della comunicazione ha come pregi la semplicità e l’aderenza al percepito, al quotidiano, aspetti per le quali si rende molto intuitiva e interessante da esplorare.

ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

blu psicologo milano

Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano Donato Saulle

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 347.7966388

blu psicologo milano

INGRATITUDINE – LE PERLE AI PORCI

INGRATITUDINE – LE PERLE AI PORCI

L’ingratitudine è la caratteristica di chi è ingrato.

Quindi la persona non grata ha come disposizione naturale il dimenticare e il non ricambiare, neppure con il sentimento, il beneficio ricevuto.

Di conseguenza l’ingratitudine per alcuni individui è presente anche nelle relazioni sentimentali e negli affetti o come comportamento in determinate occasioni.

MARGARITAS ANTE PORCOS

Dunque la frase latina

“Nolite dare sanctum canibus, neque mittatis margaritas vestras ante porcos, ne forte conculcent eas pedibus suis, et conversi dirumpant vos”

significa:

“Non date ciò che è prezioso ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino e, rivoltandosi, vi sbranino”.

L’invito è quello di non sprecare le cose di valore, materiali o no, dandole a chi non è in grado di apprezzarle.

ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

blu psicologo milano

PSICOTERAPIA ON-LINE

blu psicologo milano

Dott. Donato Saulle

meccanismi psicologo milano

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO  – Cell. 3477966388blu psicologo milano

  

Tratto da:
www.treccani.it
Immagine: Pieter Bruegel il Vecchio – part. blu psicologo milano

PSICOLOGIA DEL COLORE – L’influenza del colore nella psicologia e nell’arte

PSICOLOGIA DEL COLORE.

“Tempo fa in una  fabbrica gli operai si lamentavano con il proprietario per il freddo che sentivano nel locale mensa, un locale che aveva le pareti imbiancate con un tono di blu, e chiedevano di aumentare il riscaldamento.

Il proprietario, non essendo di questa idea, fece invece dipingere le pareti con un tono di arancio: il risultato fu che non solo gli operai non avvertivano più il freddo, ma addirittura venne abbassato il riscaldamento”.

La psicologia del colore

parte dal presupposto che sebbene il colore abbia sempre circondato la specie umana e l’abbia influenzata fin da tempo immemorabile, è solo di recente che si è diventati abili a produrre e ad usare il colore come si fa oggi.

Prima del XX secolo, erano conosciuti solo pochi tipi di coloranti e di pigmenti, ed erano perlopiù di origine organica. Erano anche molto costosi, cosicchè i tessuti colorati, come i tendaggi, erano il privilegio delle classi ricche. Centinaia di migliaia di molluschi diedero la loro vita perchè un imperatore romano potesse indossare la sua tunica di porpora di Tiro, mentre i suoi sudditi dovevano accontentarsi di cotone o lino maltessuto, pelli o lane monocromatiche.

Solamente negli ultimi cento anni, o poco più, tale quadro è cambiato radicalmente, in primo luogo per la sintesi dei coloranti di anilina, poi per i derivati del catrame di carbon fossile, infine per gli ossidi dei metalli; oggi soltanto poche delle cose che si fabbricano sono lasciate nel loro colore originale, senza essere tinte o colorate in toto o in parte.

Quando guardiamo un quadro o una foto a colori, il significato psicologico del colore è ciò che ci colpisce meno perchè contemporaneamente molti altri fattori vi sono coinvolti – contenuto, equilibrio di foggia o forma, equilibrio dei colori, l’educazione o la competenza e l’apprezzamento estetico di chi guarda. E’ possibile, qualche volta, dedurre le caratteristiche di personalità di un pittore quando pone grande enfasi su uno o due colori, per esempio l’ossessione di Gauguin per il giallo nei suoi ultimi quadri; ma, in generale, quando si usano molti colori per creare un tutto, è il giudizio estetico che valuta il tutto e che determina se un’opera ci piace o no, piuttosto che la nostra reazione psicologica a particolari colori.

I singoli colori

In caso di singoli colori, è possibile essere molto precisi, specialmente quando i colori sono stati accuratamente selezionati in base alla loro diretta associazione con bisogni psico-fisiologici come sostiene Lüscher che ha creato un test cromatico particolare. In questo caso, per Lüscher, le preferenze per un colore o il rifiuto di un altro significa qualcosa di definito, e riflette la situazione in atto dello stato psichico o dell’equilibrio personale, o di tutti e due.

E’ comunemente noto come il colori abbiano una influenza sul’organismo; sono stati ad esempio condotti esperimenti nei quali si richiedeva ad alcune persone di fissare il colore rosso vivo per intervalli di tempo variabili; essi hanno messo in evidenza che questo colore ha un effetto decisamente stimolante sul sistema nervoso; aumenta la tensione arteriosa e la frequenza respiratoria e cardiaca.

Il rosso è, dunque, come è noto, un eccitante del sistema nervoso, mentre esperimenti analoghi con il colore blu hanno evidenziato un effetto contrario, il colore blu è quindi considerato calmante nei suoi effetti.

Nel test completo di Lüscher, ci sono sette differenti tavole di colori, contenenti in tutto 73 tipici colori consistenti in 25 sfumature o gradazioni, e che richiedono di operare 43 differenti selezioni. Il protocollo che ne risulta offre, secondo Lüscher, una ricchezza di informazioni concernenti la struttura psicologica, conscia e inconscia, di un individuo.

La vita dell’uomo è sempre stata regolata dal ritmo del giorno e della notte, dal buio e dalla luce. In effetti, la luce ci riscalda, mentre il buio tende a rallentare il nostro tono e il flusso circolatorio.

I colori caldi sono quelli della luce: rosso, giallo, arancione; i colori freddi vanno dal viola al verde, al blu. La luce agisce sulla respirazione, è una spinta al piacere, all’attività; il buio e la penombra inducono uno stato di difesa, di calma o di allarme.

Ma per tornare ora alla storia dell’arte possiamo dire che W. Kandinsky definisce il rosso: “vivo, acceso, inquieto”; il suo significato simbolico si connette fondamentalmente con il tema dell’energia vitale. Al polo opposto troviamo il blu che J.W.Goethe definisce “un nulla eccitante”, una contraddizione composta di eccitazione e di pace. Il giallo, sempre per Goethe, è “il colore più prossimo alla luce. L’occhio ne viene allietato, l’animo si rasserena: un immediato calore ci prende”.

Il verde scrive Kandinsky

“non si muove in alcuna direzione e non ha alcuna nota di gioia, di tristezza, di passione, non desidera nulla, non aspira a nulla.

E’ un elemento immobile, soddisfatto di sè, limitato in tutte le direzioni”.

Risultando dalla composizione di blu e giallo, il verde è descritto da Goethe come un colore statico ed equilibrato, dove “occhio e animo riposano su questo composto come se si trattasse di qualcosa di semplice. Non si vuole e non si può procedere oltre”.

Come sintesi di rosso e blu, il viola allude alla integrazione degli opposti e delle ambivalenze, il marrone si connette alla terra e al carattere ancestrale femminile e materno, il grigio, che Kandinsky definisce “immobilità desolata”, risulta dalla mescolanza del bianco e del nero senza essere nè l’uno nè l’atro.

Lüscher scrive che “si distingue per le negazioni. Non è ne colorato nè chiaro, nè scuro. Il grigio è il nulla di tutto, la sua particolarità è la neutralità più completa”.

Tuttavia è il colore anche considerato più elegante.

Il nero è dato dalla assenza totale di luce, è perciò connesso all’oscurità, al mondo delle ombre. Sempre Kandinsky lo definisce “qualcosa di spento come un rogo combusto fino in fondo, qualcosa di inerte che è insensibile a tutto ciò che gli accade intorno e che lascia che tutto vada per il suo verso”.

Il bianco è la fusione di tutti i colori dello spettro, in quanto non contiene alcuna dominanza che lo faccia propendere verso qualche colorazione, il bianco è il simbolo della purezza, quindi dell’innocenza. Kandinsky lo definisce come “un silenzio che non è statico, bensì ricco di possibilità, è un nulla giovane o, più esattamente, un nulla anteriore al principio, alla nascita.

Così risuonava forse la terra nei bianchi periodi dell’era glaciale”.

Nell’esperienza percettivo-emotiva i colori vengono spesso associati ai suoni per cui, ad esempio, i suoni alti richiamano generalmente colori chiari e i suoni bassi colori scuri;

in alcuni soggetti si verificano fenomeni di sinestesia (la sinestesia, detta anche sensazione secondaria, è un interessamento di altri sistemi sensoriali oltre a quello specifico) talchè simultaneamente all’ascolto, essi percepiscono determinati colori.

In psicologia C.G. Jung ha avanzato l’ipotesi che la preferenze individuale per determinati colori abbia corrispondenza con la funzione che ne caratterizza il tipo psicologico, perchè, a suo parere, l’azzurro corrisponde al pensiero, il rosso al sentimento, il giallo all’intuizione e il verde alla sensazione.

E infine bisogna ridordare la poesia di Rimbaud

“Inventai il colore delle vocali!
A nera,
E bianca,
I rossa,
O blu,
U verde.
Disciplinai la forma e il movimento di ogni consonante, e, con ritmi istintivi, mi lusungai d’inventare un verbo poetico accessibile, un giorno o l’altro, a tutti i sensi.
Fu all’inizio uno studio.
Scrivevo silenzi,
notti,
sognavo l’inesprimibile.
Fissavo vertigini”.

ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

blu psicologo milano

Dott. Donato Saulle

meccanismi psicologo milano

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO  – Cell. 3477966388blu psicologo milano

     

Fonti:
Lüscher Max – Il test dei colori – Casa Editrice Astrolabio
– Bateson Gregory – Una sacra unità. Altri passi verso un’ecologia della mente – Adelphi  Editore
– Galimberti Umberto – Psicologia – Garzanti
– http://www.oikos-group.it/contenuti/colore/colore-e-cultura/psicologia-archivio3
– https://it.wikipedia.org-psicologia
– Modelli di psicologia – Il Mulino
– http://www.homolaicus.com/linguaggi/teoria-colori.htm

PAUL DIRAC 1

(∂ + m) ψ = 0 – L’EQUAZIONE DI PAUL DIRAC

(∂ + m) ψ = 0

Paul Adrien Maurice Dirac (Bristol, 8 agosto 1902 – Tallahassee, 20 ottobre 1984).

Paul Dirac è stato un fisico e matematico britannico considerato tra i fondatori della meccanica e della fisica quantistica.

La meccanica quantistica è la teoria fisica che descrive il comportamento della materia, della radiazione e delle loro reciproche interazioni.

La meccanica classica si dimostrò incapace di descrivere il comportamento della materia e della radiazione elettromagnetica a livello microscopico e su scale di lunghezza inferiori a quelle dell’atomo.

Come caratteristica fondamentale, la meccanica quantistica descrive la radiazione e la materia sia come fenomeno ondulatorio che come entità particellare, al contrario della meccanica classica, dove per esempio la luce è descritta solo come un’onda o l’elettrone solo come una particella.

Paul A.M. Dirac

Paul A.M. Dirac, premio Nobel per la Fisica nel 1933, come teorico viene annoverato tra i fondatori della meccanica quantistica ed è famoso per le sue equazioni.

(∂ + m) ψ = 0  è l’equazione forse più famosa di Dirac e significa che: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce».

É il cosiddetto fenomeno quantistico dell’«entaglement», che fornisce la base per la nuova visione filosofica del mondo.
Dirac era un ricercatore solitario, taciturno, al punto che i suoi colleghi, scherzando, avevano coniato una nuova unità di misura, il Dirac, che equivaleva ad una parola l’ora, il minimo che una persona potesse pronunciare in compagnia.
Ma, come succede spesso negli individui schizoidi, anche Dirac, dietro la sua apparente freddezza nascondeva una grande sensibilità.
La sua equazione  (∂ + m) ψ = 0  è ancora considerata la più “bella” della fisica.

Guarda il video

  Iscriviti al canale ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA blu psicologo milano

PSICOTERAPIA ON-LINE

blu psicologo milano

Dott. Donato Saulle

Psicologo Milano

 

 

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito, 6 (angolo Via Torino) – MILANO  – Cell. 3477966388blu psicologo milano

CONTATTACI ADESSO:  Tel. 347 7966388 – Email: info@donatosaulle.it

 

(∂ + m) ψ = 0 Dirac

blu psicologo milano

IL PRESENTE POST DEVE ESSERE CONSIDERATO SOLO COME OPERA DELLA CREATIVITA’ LETTERARIA DELL’AUTOREblu psicologo milano

Tag: (∂ + m) ψ = 0

Psicologo Milano

LIBERI DALL ANSIA 1

LIBERI DALL’ANSIA

Liberi dall’ansia

“C’è cambiamento solo dentro una relazione

L’ansia è una complessa combinazione di emozioni negative che includono paura, apprensione e preoccupazione. Spesso è accompagnata da sensazioni fisiche allarmanti come palpitazioni, dolori al petto o respiro corto, nausea, tremore interno. I segni somatici sono dunque un’iperattività del sistema nervoso autonomo e genera la classica risposta del sistema simpatico di allerta come nelle situazioni di pericolo e attiva comportamenti del tipo “combatti o fuggi”. La costante sollecitazione del sistema nervoso che si sente sempre “sotto attacco” a lungo andare produce uno stato di stress permanente e cronico nell’intero organismo.
Si distingue dalla paura vera e propria per il fatto di essere aspecifica, vaga o derivata da un conflitto interiore. L’ansia, si differenzia per gradazione e comparsa dei sintomi dall’attacco di panico ma anche l’ansia sembra avere le stesse e varie, componenti, tra le quali ne troviamo una cognitiva, una somatica, una emotiva, una comportamentale. Nell’ansia la componente cognitiva e comportamentale comporta aspettative di un pericolo diffuso e incerto.
Dal punto di vista somatico o fisiologico con l’ansia, il corpo prepara l’organismo ad affrontare la minaccia (una reazione d’emergenza): la pressione del sangue e la frequenza cardiaca aumentano, la sudorazione aumenta, il flusso sanguigno verso i più importanti gruppi muscolari aumenta e le funzioni del sistema immunitario e quello digestivo diminuiscono. Esternamente i segni somatici dell’ansia possono includere pallore della pelle, sudore, tremore e dilatazione pupillare.
Dal punto di vista emotivo, l’ansia causa un senso di terrore o panico, nausea e brividi. Dal punto di vista comportamentale, si possono presentare sia comportamenti volontari sia involontari, diretti alla fuga o all’evitare la fonte dell’ansia. Questi comportamenti sono frequenti e spesso non-adattivi, dal momento che sono i più estremi nei disturbi d’ansia.
Nella maggior parte dei casi in cui si verifica una alterazione della “regolazione emozionale” ossia ogni modificazione della capacità di regolare le emozioni mantenendole entro un range accettabile per l’individuo, emerge uno stato di ansia, è inoltre centrale la sensazione di allarme e una marcata alterazione del tempo interno.
Ogni individuo ha una propria storia di vita per cui ciascuno apparirà più vulnerabile rispetto a certi eventi di vita significativi dal punto di vista emotivo piuttosto che verso altri eventi che possono generare in esso più facilmente il vissuto di ansia.
Queste manifestazioni sono la formula più comune è più diffusa per esprimere una difficoltà di adattamento alla realtà. Un rifiuto alla adesione omologata, una ribellione del vero sè all’appiattimento.
La terapia, quindi, si propone di individuare gli eventi che scatenato l’ansia nell’individuo, coglierne i vissuti correlati e il significato che questi eventi assumono nella narrazione di vita dello stesso.

Dott. Donato Saulle

Donato Saulle psicologo a milano

blu psicologo milanoPsicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388blu psicologo milano

Immagine di copertina tratta dal film : “The Truman show”
Tag: liberi dall’ansia, cura ansia, psicologo a Milano, psicoterapeuta a Milano

STUDIO

Studio di Psicologia Clinica e Psicoterapia – Dott. Donato Saulle

“Esperienza e professionalità”

Spesso si pensa che i problemi di tipo psicologico necessitino di un intervento lungo e costoso.
Con un percorso di psicoterapia integrata a volte si verificano condizioni particolarmente favorevoli e il problema si sblocca in poche sedute permettendo alla persona di recuperare la fiducia nelle proprie capacità personali.
Il Dott. Donato Saulle, opera come psicoterapeuta e psicologo clinico a Milano e propone colloqui di psicoterapia.
A tutti può capitare di attraversare periodi in cui il proprio senso di benessere sembra svanire, di non riuscire più a svolgere adeguatamente le varie attività quotidiane, di non sentirsi a proprio agio con gli altri, di vivere un momento di difficoltà emotiva o sentimentale.
A volte queste difficoltà si prolungano nel tempo, ci impediscono di vivere come vorremmo e nonostante tutti i nostri sforzi non riusciamo a superarle e sentiamo il bisogno di parlarne liberamente con qualcuno che sappia ascoltare.
In questo caso può essere utile un aiuto esterno per risolvere il problema che se affrontato e superato può contribuire alla propria crescita personale e al raggiungimento di un maggior grado di serenità e benessere.
Chiedere, anche con un solo colloquio, il parere di uno psicoterapeuta, significa avere la totale riservatezza garantita dal segreto professionale e l’opinione di un professionista per tutti quei problemi che non si riescono a risolvere da soli.
Chiedi informazioni in qualsiasi momento e senza impegno.

“Utilizzo una modalità di intervento orientata a sviluppare le potenzialità umane e la riduzione del disagio nel rispetto delle inclinazioni e delle caratteristiche personali”

blu psicologo milano

Formazione

  • Laureato in Psicologia presso l’Università degli Studi di Pavia
  • Psicologo
  • Psicologo Clinico iscritto all’Albo degli Psicologi della Lombardia n. 03/12876
  • Biennio di specializzazione in psicoterapia Cognitivo Comportamentale
  • Biennio di specializzazione in piscoterapia a indirizzo Psicodinamico
  • Psicoterapeuta
  • Iscrizione all’Albo degli Psicoterapeuti della Lombardia n. 03/12876

blu psicologo milano

Psicologo Milano -Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388depressione psicologo milano

Collaborazioni

Tessera di iscrizione all’Albo degli Psicologi e Psicoterpeuti della Lombardia n. 03/12876 
La documentazione relativa al percorso formativo e professionale dichiarato è disponibile, su richiesta del paziente, presso lo studio del Professionista.blu psicologo milano

Convegni – Seminari – Workshop

Ho assistito ai seguenti incontri:

“Dialogo sulla cultura e il linguaggio”

Dott. Paolo Crepet
Festival della Filosofia, Mantova, Piazza Castello, 09.09.2000

“La psicoanalisi e l’adolescenza”

Prof.ssa Silvia Vegetti Finzi
Ciclo di Convegni promosso da Associazione Culturale Punto Rosso, Milano, 26.02.2001

 “Teoria dell’attaccamento e psicopatologia dell’adolescenza”

Dott. E. De Vito, Università degli Studi di Pavia, Pavia, 21.09.2001

 “La memoria umana: modelli ed esperimenti”

Prof. M.Shiffrin e Prof. E.Pessa
Ciclo di Convegni tenuti presso Università di Pavia, Pavia, 04.10.2001

 “Neuropsicologia e riabilitazione cognitiva”

Assessorato alla Sanità della Regione Lombardia
Azienda Ospedaliera Riguarda Cà Granda, Milano, 22.10.2001

 “L’alleanza terapeutica con il paziente Borderline”

Prof.ssa Lavinia Barone – Dott. E. Caverzasi
Dipartimento di Scienze Sanitarie Applicate e Psicocomportamentali
Pavia, 26.10.2001

“Attualità in psicopatologia e in clinica psichiatrica”

Prof. Carlo Maggini
Università degli Studi di Pavia, Pavia, 28.11.2001

 “La linea d’ombra dell’adolescenza”

a cura di Silvia Vegetti Finzi
Convegni – Casa della cultura, Milano, novembre/dicembre 2001

 “Vincere stress e depressione”

Prof. Silvio Scarone
Fondazione “Le Stelline”, Milano, 20.10.2002

“Prevenzione Psicologica per adolescenti”

Dott. R. Rocca e Dott. G. Stendono, Milano, 28.10.2002

 “Segnali di benessere. Segnali di malessere”

Proff.ssa Silvia Vegetti Finzi
Casa della Cultura, Milano, ottobre/novembre

depressione psicologo milanoPsicologo Milano – Donato Saulle – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – Milano – cell. 3477966388depressione psicologo milano

 “Affrontare le impassess – Strutturare gli interventi”

Modelli concettuali e strumenti metodologici in psicologia clinica e psichiatria
Prof.ssa Lavinia Barone e Prof. Edgardo Caverzasi
Università degli Studi di Pavia/Centro AfaR, Pavia, 25.10.2002

“Oltre ogni abuso: droghe e dipendenza in un mondo che cambia”

Dott. R. Gatti
Dipartimento di Salute Mentale, Azienda Ospedaliera San Paolo, Milano, 09.11.2002

“Il disagio invisibile”

a cura di Silvia Vegetti Finzi
Convegni – Casa della cultura, Milano, ottobre/novembre 2002

“Corpo naturale, corpo culturale”

Dott. Gustavo Pietropolli Charmet
Casa della cultura, Milano, 11.11.2004

“Adolescenti e droghe”

Proff. Alfio Maggiolini
Casa della cultura, Milano, 18.11.2004

“Emozioni e disagio in adolescenza”

Prof. A.Pagnin, S. Vegetti Finzi, L.Barone
Università degli studi di Pavia, Pavia, 18.01.2005

“Analisi dei vissuti psicologici delle vittime di maltrattamento”

Dott. C.Foti
Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia
presso la Questura di Pavia, Pavia, 15.03.2005

“Ascolto necessario: un’esperienza di perizia minorile”

D.ssa Rostagno
Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia
presso la Questura di Pavia, Pavia, 07.04.2005

“Trauma e memoria: distorsioni metacognitive”

Prof. T.Vecchi
Convegni c/o Dipartimento di Psicologia dell’Università di Pavia, 12.04.2005

“Trasformazioni. Segnali di disagio. Significati”

Collegio Ghislieri, Pavia, 28.03.2007

“L’utilizzo clinico del Rorscharch Comprehensive System”

Prof. Stephen E.Finn
Alta Scuola Agostino Gemelli, Milano, 07.11.2009

“Behavioural case formulation”

Prof. Peter Sturmey
IESCUM – Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano
Bressanone, 01-03.06.2010

blu psicologo milano

Dott. Donato Saulle
PSICOLOGO MILANO DONATO SAULLE

depressione psicologo milano

depressione psicologo milano

base per scritte

ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

ARGOMENTI ARGOMENTI DI PSICOLOGIA E PSICOTERAPIA

Sul sito LinkedIn potete trovare uno spazio dedicato alla discussione di post inerenti la psicologia clinica e la psicoterapia.

Il nome del gruppo è “Argomenti di psicologia e psicoterapia”

L’indirizzo web di LinkedIn è il seguente:

https://www.linkedin.com/groups/8306115

oppure sulla pagina Facebook:

https://www.facebook.com/groups/argomentidipsicologia/

Le informazioni e il regolamento del gruppo sono i seguenti:

“Argomenti di Psicologia e Psicoterapia” intende far conoscere le principali teorie psicologiche, approfondire e divulgare il pensiero degli esponenti più significativi nel campo della Psicologia e della Psicoterapia.

Il Gruppo ha finalità aggregative e informative.

Chiunque può proporre i propri post per la pubblicazione possibilmente attinenti all’impostazione del gruppo e rispettosi delle altrui sensibilità.

I post devono essere attinenti ai temi del gruppo, non offensivi; mossi da intento costruttivo, non provocatori o inutilmente polemici.

I post e le discussioni sono tuttavia pubblicati, o rimossi, con insindacabile giudizio degli amministratori.

Gli amministratori sono persone che regalano un po’ del proprio tempo agli utenti per permettere di mantenere nel gruppo un tono costruttivo.

Per poter amministrare il gruppo, alle volte saranno prese misure drastiche quali la cancellazione di post che violano il regolamento e l’espulsione degli autori degli essi.

blu psicologo milano

Dott. Donato Saulle

meccanismi psicologo milano

blu psicologo milano

Psicologo Milano – Psicoterapeuta – Via San Vito,6 (angolo Via Torino) – MILANO – Cell. 3477966388